Il primo ministro della Macedonia ha annunciato che si dimetterà
È il risultato di un accordo con il leader dell'opposizione per mettere fine a una grave crisi politica cominciata mesi fa
Il primo ministro della Macedonia Nikola Gruevski si dimetterà il prossimo gennaio, lasciando spazio a un governo tecnico che guiderà il paese fino alle prossime elezioni, fissate per l’aprile del 2016. L’annuncio delle dimissioni di Gruevski è stato il risultato di una lunga trattativa tra i partiti di maggioranza e di opposizione del parlamento macedone per risolvere la grave crisi politica in cui si trova il paese da diversi mesi.
Lo scorso gennaio il leader del Partito socialdemocratico macedone Zoran Zaev, all’opposizione, aveva cominciato a pubblicare una serie di intercettazioni – “bombe”, come lui le chiama in maniera piuttosto pittoresca – di diversi esponenti del governo mentre parlavano di affari illeciti, piani per truccare le elezioni e per coprire l’omicidio di un ragazzo ucciso dalla polizia. Gruevski aveva risposto alle accuse dicendo che le registrazioni erano state ritoccate e che erano un tentativo di Zaev di far cadere il governo e tentare un colpo di stato con l’aiuto di governi stranieri. Tra le altre cose, Zaev aveva accusato Gruevski di aver avviato un ampio e illegale programma di sorveglianza di politici, giornalisti e cittadini macedoni.
La difesa di Nikola Gruevski e le successive dimissioni di diversi ministri del suo governo implicati in vario modo dalle registrazioni pubblicate da Zaev non erano servite a calmare la situazione, che invece negli ultimi mesi si era fatta più tesa dopo la pubblicazione di un’indagine dell’Unione Europea che aveva confermato l’esistenza di un vasto programma di sorveglianza illegale gestito dal governo e dai servizi segreti macedoni. Negli ultimi mesi ci sono state diverse partecipate manifestazioni per chiedere le dimissioni del governo, diventato sempre più debole e inefficace. Intanto il partito di Zaev aveva deciso di abbandonare i lavori parlamentari fino alle dimissioni di Gruevski e alla decisione di indire nuove elezioni.
L’accordo raggiunto in questi giorni è arrivato dopo due mesi di trattative e 13 ore consecutive di negoziazioni tra Zoran Zaev e Nikola Gruevski, con l’aiuto di si è detto “soddisfatto” dell’accordo raggiunto e della fine della lunga crisi politica. Zoran Zaev ha invece detto che l’accordo dimostra come le ultime elezioni siano state truccate e che però è una “garanzia di elezioni giuste e democratiche”.
, un rappresentante dell’Unione europea. Oltre alle dimissioni di Nikola Gruevski e alle nuove elezioni, l’accordo prevede che il partito Socialdemocratico torni in parlamento e che in autunno possa nominare due importanti ministri: quello degli Interni e quello del Lavoro. A gennaio 2016, inoltre, i due partiti dovrebbero scegliere un primo ministro ad interim che guidi il governo fino alle elezioni del prossimo aprile. GruevskiMolti analisti, tuttavia, ritengono che l’accordo raggiunto sia troppo complesso e con troppe diverse scadenze da rispettare perché possa davvero funzionare. Bojan Maricic, analista politico sentito dal New York Times, ha spiegato che «sarà molto difficile implementare l’accordo senza il serio monitoraggio dell’Unione Europea e della comunità internazionale e senza la partecipazione diretta dell’opposizione e dei gruppi della società civile». Una delle paure più diffuse è che la crescente instabilità politica possa portare a nuove tensioni di carattere etnico con la minoranza albanese della popolazione: già nel 2001 ci fu una guerra di sei mesi tra l’esercito macedone e alcuni gruppi armati legati alla minoranza albanese che chiedevano maggiori diritti.
Nikola Gruevski ha 44 anni ed è diventato primo ministro nel 2006 dopo essere stato ministro delle Finanze per quattro anni con un governo di centrodestra. Dal 2006 Gruevski ha vinto altre 4 elezioni: nel 2008, 2011 e 2014. La Repubblica di Macedonia è un piccolo stato con poco più di due milioni di abitanti, di cui circa un quarto di origine albanese. Dal 2005 ha iniziato il processo per diventare uno stato membro dell’Unione europea, ma le trattative sono state difficili e sono state spesso interrotte a causa di una disputa con la Grecia, che non riconosce il nome “Repubblica di Macedonia” ritenendolo fuorviante vista l’esistenza di una regione della Grecia chiamata Macedonia.