L’Ungheria vuole costruire un muro sul confine con la Serbia
Il ministro degli Esteri ungherese ha detto che sarà alto quattro metri e servirà per fermare l'immigrazione clandestina
Il governo ungherese ha annunciato mercoledì la sua intenzione di costruire un muro lungo il confine con la Serbia, per impedire il continuo flusso di migranti nel suo territorio. Il piano del governo è stato spiegato dal ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto durante una conferenza stampa a Budapest, la capitale dell’Ungheria: Szijjarto ha detto che il muro sarà alto quattro metri e lungo circa 175 chilometri e che non violerà alcun accordo internazionale. Parlando del piano del suo governo, Szijjarto ha detto:
«L’immigrazione è uno dei problemi più seri che deve affrontare oggi l’Unione Europea. I paesi della UE stanno cercando una soluzione… ma l’Ungheria non si può permettere di aspettare ancora. […] Stiamo parlando di un tratto di confine lungo circa 175 chilometri, che può essere chiuso fisicamente con un muro alto quattro metri.»
L’Ungheria, che è membro dell’Unione Europea dal maggio 2004 e che si trova nella cosiddetta “area Schengen”, cioè quella di libera circolazione delle persone e delle merci, ha detto che proverà a organizzare un incontro con alcuni rappresentanti della Serbia per il primo luglio, in modo da discutere il piano di costruzione di un muro. Secondo il dipartimento del governo ungherese che si occupa di immigrazione, nel 2015 sono entrate illegalmente in territorio ungherese circa 57mila persone, soprattutto attraverso i Balcani e provenienti da Afghanistan, Siria e Pakistan: entrare in Ungheria permette loro di entrare in Unione Europea e beneficiare poi delle regole molto più elastiche sulla libera circolazione di persone in vigore grazie agli accordi di Schengen.
Di recente il primo ministro ungherese Viktor Orbán è stato molto criticato nel suo paese riguardo al problema dell’immigrazione. Orbán, considerato da diversi capi di stato e di governo della UE molto autoritario e conservatore (e da alcuni un “dittatore”), ha criticato a sua volta la UE per la sua gestione attuale del problema dei migranti: Orbán ha detto che il piano UE di redistribuzione dei migranti “rasenta la follia” e ha accusato i paesi membri di avere adottato finora soluzioni inadeguate.