Le ultime sul naufragio
C'è una nuova ipotesi sulla causa del ribaltamento del barcone, i superstiti sono arrivati a Catania, due presunti scafisti sono stati arrestati, l'UE ha proposto un piano in dieci punti
Dalla notte tra sabato e domenica, squadre di soccorso della marina italiana e di quella maltese sono al lavoro nel Canale di Sicilia per cercare centinaia di migranti dispersi in seguito al naufragio del loro barcone. I soccorritori sono riusciti a salvare 28 persone e hanno recuperato i corpi di altri 24 migranti. I rappresentanti dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) e dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni, dopo aver raccolto le testimonianze dei sopravvissuti, hanno parlato di almeno 800 persone a bordo.
• I corpi dei 24 migranti che sono morti e che sono stati finora recuperati sono stati portati a Malta, al porto di La Valletta, sulla nave Bruno Gregoretti della guardia costiera italiana. I funerali saranno celebrati a Malta, in una cerimonia interreligiosa, dall’arcivescovo di Malta Charles J. Scicluna e dall’imam della comunità musulmana molto probabilmente lunedì prossimo.
• Mentre le operazioni di trasferimento dei corpi erano in corso (e sono durate diverse ore), a bordo della nave era salito anche il personale medico per valutare le condizioni dei 27 superstiti che poi sono stati portati a Catania. Dopo l’arrivo al porto, lunedì sera, tra loro sono stati individuati e arrestati il capitano e un membro dell’equipaggio della barca ribaltata, individuati grazie alle testimonianze degli altri sopravvissuti.
La procura si Catania ha confermato in una nota che la polizia e la guardia costiera hanno eseguito un decreto di fermo per Mohammed Alì Malek, di nazionalità tunisina, 27 anni, comandante, e di Mahmud Bikhit, di nazionalità siriana, 25 anni, membro dell’equipaggio. Il primo è stato fermato per i delitti di naufragio colposo, omicidio colposo plurimo e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina mentre il secondo solo per quest’ultimo reato. Il Gip ha fissato l’udienza per venerdì prossimo. Nel provvedimento i pubblici ministeri hanno scritto che dietro l’ultimo barcone affondato c’è «un gruppo organizzato, impegnato in attività criminali in Libia e in Italia» che ha anche «disponibilità di armi».
• Il naufragio di domenica è avvenuto a circa 100 chilometri a nord della costa libica e a 200 a sud dell’isola italiana di Lampedusa. La nave con i migranti ha inviato una richiesta di aiuto intorno alla mezzanotte di domenica e il Comando generale delle Capitanerie di porto ha chiesto a un mercantile portoghese che si trovava nella zona di raggiungere il barcone, in modo da prestare i primi soccorsi.
Il procuratore di Catania, Giovanni Salvi, ha spiegato che l’imbarcazione era alta almeno 23 metri e che era divisa in tre livelli. Al momento del naufragio centinaia di migranti sarebbero stati costretti a entrare nella stiva, altri nel secondo livello e altri ancora si trovavano in cima al peschereccio.
• Ci sono delle novità anche sulla dinamica del naufragio. Secondo quanto spiegato dal comandante del mercantile portoghese, quando le persone sul barcone hanno visto arrivare il mercantile si sono agitate e spostate su un lato della nave causandone il ribaltamento. Carlotta Sami, portavoce dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, intervistata da CNN, ha però ipotizzato un’altra dinamica dicendo di aver raccolto diverse testimonianze tra i sopravvissuti: la maggior parte dei migranti si trovava infatti chiusa all’interno del barcone, che potrebbe essere stato rovesciato dalla grande onda causata dal mercantile portoghese in avvicinamento a forte velocità.
La Procura di Catania ha parlato anche di una possibile collisione causata da «manovre errate compiute dal comandante del peschereccio nel tentativo di accostamento al mercantile» e dal sovraffollamento della barca. Sempre secondo la ricostruzione della Procura «la barca è affondata in cinque minuti». Giovanni Salvi ha aggiunto che finora non è possibile attribuire «nessuna responsabilità a carico del personale della mercantile che ha doverosamente prestato soccorso».
• Lunedì sera il Consiglio Affari Esteri e il Consiglio Giustizia e Affari Interni dell’Unione Europea – composti rispettivamente dai ministri degli Esteri, e dai ministri della Giustizia e degli Interni degli stati membri dell’UE – hanno approvato durante una riunione straordinaria in Lussemburgo un piano in dieci punti per far fronte al problema dell’immigrazione nel Mar Mediterraneo, presentato da Dimitris Avramopoulos, Commissario europeo per le migrazioni, gli affari interni e la cittadinanza. Verrà sottoposto al Consiglio europeo straordinario, convocato per giovedì 23 aprile per discutere di immigrazione. Di seguito i dieci punti del piano.
1) Il rafforzamento di Triton – l’operazione finanziata dall’Unione europea per controllare le acque internazionali fino a 30 miglia dalle coste italiane, ma non impegnata nel soccorso dei migranti – e di Poseidon, la missione di pattugliamento sempre a carico dell’Unione Europea condotta nel Mar Egeo, quindi al largo delle coste greche. Entrambe le operazioni sono condotte da Frontex, l’agenzia per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione europea, attiva dal 2005. Triton e Poseidon otterranno più fondi – al momento a Triton sono destinati 2,9 milioni di euro al mese, mentre l’operazione precedente “Mare Nostrum” e interamente a carico dell’Italia, ne stanziava 9 milioni al mese. Saraà estesa l’area delle operazioni, che otterranno anche maggiori mezzi a disposizione: Triton per esempio impiega di due aerei da ricognizione, tre navi e sette squadre di operatori.
2) L’impegno a distruggere e confiscare le navi utilizzate dagli scafisti, prendendo esempio dai buoni risultati dell’operazione Atalanta, sempre condotta dall’Unione Europea, per combattere la pirateria nel Corno d’Africa e in particolare in Somalia.
3) Una maggiore cooperazione tra le principali organizzazioni e agenzie dell’UE che si occupano in qualche modo di migranti: Europol (la polizia dell’Unione), Frontex (che gestisce e controlla le frontiere esterne dell’Unione), EASO (l’agenzia che concede asilo ai migranti) e Eurojust (che si occupa di cooperazione giudiziaria nelle questioni criminali). Le quattro agenzie si incontreranno regolarmente e lavoreranno insieme per raccogliere informazione sugli scafisti e i trafficanti.
4) EASO invierà i suoi operatori in Italia e Grecia per facilitare le richieste di asilo
5) Tutti gli stati membri dovranno prendere le impronte digitali degli immigrati
6) Verranno proposti dei nuovi meccanismi per trasferire i migranti da un luogo all’altro in caso di emergenza
(Consider options for an emergency relocation mechanism;)
7) Un progetto pilota valido in tutta l’Unione per offrire posti sicuri ai migranti che hanno bisogno di protezione
8) Un programma per un rapido ritorno degli immigrati irregolari nei loro Paesi, coordinato da Frontex e dagli Stati membri alle frontiera
9) Maggiore cooperazione con gli stati confinanti con la Libia, da dove parte buona parte delle navi dei trafficanti
10) L’invio di agenti che si occupano di immigrazione nei paesi chiave, per raccogliere dati di intelligence sui flussi migratori
Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’UE per gli Affari esteri, ha commentato il piano insieme a Avramopoulos dicendo: «Le 10 azioni che abbiamo approvato oggi sono misure dirette e sostanziali, che metteremo in pratica per fare subito la differenza. Richiedono tutte uno sforzo comune, da parte delle istituzioni europee e dei 28 Stati membri […] Questa è l’Europa che si prende le sue responsabilità: tutti noi che lavoriamo insieme».
Foto: L’arrivo al porto di Catania dei superstiti del naufragio (Andrea Di Grazia/Lapresse)