Che cos’è Periscope
Come funziona e che cosa si può fare con la nuova applicazione di Twitter per trasmettere video in diretta con lo smartphone
Periscope è la nuova applicazione di Twitter per trasmettere in diretta una ripresa fatta con il proprio smartphone. L’app è disponibile per il download sugli iPhone da qualche giorno (su Android arriverà a breve) e se ne sta discutendo molto, sia per gli esperimenti più vari che stanno provando i suoi primi utenti, sia per il modo in cui potrebbe cambiare il modo di comunicare attraverso i social network. In pochi giorni Periscope è entrato nella classifica delle prime cento applicazioni gratuite dell’App Store e si è messo a fare concorrenza a Meerkat, un sistema simile per trasmettere video in diretta dal proprio smartphone sempre sfruttando Twitter.
Come funziona
Dopo averla installata, Periscope deve essere associata al proprio account Twitter per potere funzionare: facendolo, l’app riconosce la persona che la sta utilizzando e propone, nel passaggio successivo, di mettersi a seguire le persone già iscritte al servizio e che si seguono su Twitter. In questo modo diventa più facile trovare le dirette degli account già conosciuti e con i quali si interagisce più spesso. Periscope può inviare notifiche quando inizia la diretta di una persone che si segue, ma l’opzione può essere disattivata se non si vuole essere mai disturbati.
Per potere utilizzare Periscope è necessario dare una serie di autorizzazioni, richieste normalmente sugli iPhone per l’utilizzo di alcune sue opzioni. Bisogna quindi accettare di dare l’accesso alla fotocamera da parte di Periscope, del microfono e del GPS per rilevare la propria posizione geografica. A ogni nuova diretta si può comunque decidere se comunicare o meno agli altri il posto in cui ci si trova.
Diretta
Per avviare una diretta basta toccare l’icona della fotocamera, in basso al centro, inserire un titolo e avviare la trasmissione. E c’è naturalmente l’opzione per inviare in automatico un tweet per avvisare i propri follower che è iniziata la diretta. Quando si vuole smettere, si interrompe la trasmissione e il video può essere salvato sul proprio telefono per rivederlo in seguito, o pubblicarlo da qualche altra parte.
Spettatori
Chi vuole seguire una diretta su Periscope può arrivarci sopra direttamente da un link su Twitter, di chi l’ha condivisa, e vederla sul browser del suo computer; oppure può sceglierne una all’interno dell’applicazione, tra quelle mostrate in evidenza, e seguirla sul suo smartphone. Chi assiste può mandare messaggi a chi sta facendo la ripresa, per chiedergli cose o dargli consigli. Inoltre, toccando lo schermo ogni spettatore può inviare una serie di cuoricini per mostrare il suo apprezzamento.
Verticale
Una delle conseguenze di Periscope è che sdogana i video girati con l’orientamento verticale, un tema caro agli impallinati che ti ricordano ogni volta di girare il telefono per girare video nel classico formato orizzontale. Le riprese possono essere effettuate solo in verticale, non c’è altra scelta, almeno per ora.
Utilizzi
Come avvenuto in passato con altri sistemi per fare cose creative con la fotocamera del proprio telefono (Instagram, Vine, Snapchat e compagnia), non c’è ancora un’idea precisa e condivisa di come usare Periscope e per farne cosa. Molti utenti stanno sperimentando la possibilità di organizzare dirette estemporanee su di tutto, da una passeggiata al parco a una corsa in bicicletta, a una lunga e dettagliata descrizione dell’ananas poggiata sul proprio tavolo in cucina. Periscope è stato anche utilizzato da alcune persone giovedì scorso per riprendere in diretta gli effetti di un’esplosione nell’East Village a New York dovuta a una fuga di gas. Periscope rientra nell’idea del cosiddetto “web effimero”: le cose pubblicate e condivise online hanno vita molto breve, iniziano spesso casualmente e finiscono ugualmente per caso, senza particolari motivi.
Periscope e Meerkat
Periscope non è un’idea nata all’interno di Twitter: il social network ha acquisito la startup che ci stava lavorando a inizio anno e ha poi accelerato un poco le cose, per avere il sistema pronto poco dopo il lancio dell’app concorrente Meerkat, che stava ottenendo molto successo complice il suo utilizzo durante gli eventi del South by Southwest (SXSW), il festival di musica, cinema, arti e tecnologia organizzato ogni anno ad Austin (Texas) e finito la scorsa settimana. Meerkat fa più o meno le stesse cose di Periscope, ma è un’app più spartana e soprattutto non può contare sul sostegno diretto di Twitter per farsi conoscere ed essere utilizzata da molti utenti. Negli ultimi giorni, anche a causa del suo successo, Meerkat ha inoltre avuto alcuni problemi tecnici negli ultimi giorni a causa dell’alto numero di persone che lo hanno provato, mettendone alla prova i sistemi.
Per ora gli stessi ideatori di Periscope e Meerkat non sembrano avere le idee chiarissime delle implicazioni che le loro app potranno avere sui modi di comunicare sui social network. La possibilità di fare streaming online dal proprio smartphone esisteva anche prima di queste app, ma non erano direttamente collegate a servizi più popolari e già molto utilizzati come Twitter. Non tutti sono entusiasti all’idea che applicazioni come Periscope e Meerkat diventino molto popolari, soprattutto tra chi sostiene la necessità di tutelare la privacy delle persone online. Chi controllerà che cosa viene mostrato in diretta? Se qualcuno per strada non vorrà essere inquadrato che possibilità avrà per farlo sapere? E cosa fare con chi diffonde immagini di eventi coperti da diritti, come una partita di calcio allo stadio? Dubbi di questo tipo sono stati sollevati già in passato quando si diffusero i primi cellulari con le fotocamere e in seguito le prime app per fare e condividere fotografie.