I “misteriosi” incendi di Caronia erano dolosi
La procura di Messina ha arrestato un ragazzo accusato di avere appiccato i roghi: è il figlio del presidente di un'associazione che chiedeva fondi alle istituzioni per la vicenda
I Carabinieri del comando provinciale di Messina hanno arrestato Giuseppe Pezzino, un ragazzo di 26 anni accusato di avere appiccato buona parte degli incendi nel comune di Caronia, di cui si è parlato molto negli ultimi anni per la loro origine ritenuta dagli abitanti della zona misteriosa e inspiegabile. Pezzino è figlio di Nino Pezzino, presidente di una associazione di cittadini formata proprio per chiedere aiuti alle istituzioni da destinare agli abitanti di Caronia danneggiati dai fuochi.
Il giudice per le indagini preliminari ha concesso a Giuseppe Pezzino gli arresti domiciliari. Gli investigatori, che da anni si occupano della vicenda, avevano sospetti nei suoi confronti da tempo, confermati in seguito dalla registrazione di alcuni video. Già da mesi nel registro degli indagati era stato inserito il nome di Nino Pezzino.
I roghi si sviluppavano quasi sempre nella stessa palazzina, in una via in località Canneto lungo il mare. Di solito prendevano fuoco piccoli elettrodomestici o mobili e non era possibile identificare con precisione la causa. Secondo diversi cittadini gli incendi erano causati dalle onde elettromagnetiche, secondo altri da fenomeni sovrannaturali.
Da piccola notizia locale, la vicenda di Caronia divenne di interesse nazionale quando alcuni giornali e trasmissioni televisive iniziarono a occuparsene nel 2004. Tra le prime a farlo ci fu Striscia la Notizia, che mostrò gli effetti degli incendi contribuendo a creare un certo allarmismo. Voyager, la trasmissione della RAI dedicata ai misteri e che secondo molti pubblicizza con eccessiva enfasi le ciarlatanerie (su un canale del servizio pubblico, peraltro), dedicò molto spazio alla storia di Caronia.
Il CICAP, l’organizzazione senza fine di lucro che promuove indagini scientifiche e critiche sul paranormale e le pseudoscienze, si occupò della vicenda realizzando diversi resoconti nei quali venivano smontate scientificamente tutte le ipotesi più fantasiose sulle cause dei roghi. E di ipotesi fantascientifiche ne erano circolate molte, come aveva raccontato lo stesso CICAP:
Fra le ipotesi più fantasiose c’è anche chi ha proposto come causa dei misteriosi incendi la presenza di una “formazione appuntita” di magma sotterraneo, carico di elettricità, che avrebbe scatenato per induzione pericolose correnti indesiderate negli impianti elettrici della frazione messinese. Peccato che la geologia non abbia alcuna notizia di infiltrazioni di magma carico di elettricità e che, se anche fosse, la fisica non giustifichi affatto come una carica statica sotterranea possa provocare quanto avvenuto.
Nonostante fosse evidente la natura umana degli incendi, come indicato anche dalla procura di Mistretta che archiviò una prima volta il caso nel 2008 parlando di “fiamme libere” e di “mano umana”, e nonostante una seconda indagine che stava portando verso i Pezzino almeno per quanto riguardava una nuova serie di roghi, nell’ottobre del 2014 il governo decise di organizzare un nuovo gruppo di studio sui fatti di Caronia.