L’origine del saluto vulcaniano, spiegata da Leonard Nimoy
Lo vide fare in una sinagoga quando era bambino, durante una preghiera particolare: è una specie di benedizione
Leonard Nimoy, attore americano famoso soprattutto per avere interpretato il ruolo di Spock nella serie televisiva “Star Trek” e nei film successivi della saga, è morto il 27 febbraio 2015 per una malattia ai polmoni, a 83 anni. In un’intervista data nel 2013 al National Yiddish Book Center, un’organizzazione che si occupa della conservazione di libri in Yiddish, Nimoy aveva spiegato l’origine del gesto che è universalmente associato al personaggio del signor Spock: il saluto vulcaniano – cioè della specie aliena a cui appartiene Spock – che consiste in un gesto fatto tenendo la mano aperta e unendo l’indice con il medio e l’anulare con il mignolo, a formare una specie di “V”. Nella serie il saluto era accompagnato dall’augurio «Lunga vita e prosperità».
Nimoy racconta che una volta da bambino si trovava con suo padre, suo nonno e suo fratello in una sinagoga di Boston, durante una funzione religiosa (Nimoy – che parlava l’Yiddish – era nato a Boston, ma i suoi genitori erano originari di una città che oggi si trova in territorio ucraino). Cinque o sei persone salirono sul palco e iniziarono a cantare una particolare preghiera ebraica, chiamata Shekhina, dopo essersi coperti gli occhi con i tallit, gli scialli rituali ebraici. Nimoy spiega che suo padre gli disse di non guardare. Il canto però era strano, dissonante, non sincronizzato, ma comunque suggestivo, anche per le interazioni tra le persone sul palco e gli altri partecipanti alla funzione: Nimoy era curioso e così sbirciò. Vide le persone sul palco con le braccia protese verso il pubblico e le mani che facevano quello che sarebbe diventato il saluto vulcaniano.
Un giorno, continua Nimoy, si trovava sul set per le riprese della puntata di Star Trek intitolata “Amok Time” (la prima della seconda stagione della serie originale), in cui Spock incontra per la prima volta altri vulcaniani. Nimoy spiega: «Speravo di poter trovare qualche tipo di contatto che potesse sviluppare la storia dei vulcaniani, la loro sociologia, qualsiasi cosa». Disse al regista che secondo lui avrebbero dovuto trovare un saluto, come quelli che usano gli esseri umani, e propose quel gesto visto alla sinagoga da bambino. Il regista accettò. «È decollato nella cultura popolare, era pazzesco: pochi giorni dopo che l’episodio andò in onda me lo vedevo fare per strada. La gente lo faceva rivolto a me, salutandomi con il gesto vulcaniano. Una cosa notevole. È stato così fino ai giorni nostri, quasi cinquant’anni dopo la gente lo fa ancora. Tocca la corda magica; la maggior parte della gente oggi non sa che cosa vuol dire, non si rendono conto che si stanno benedicendo l’un l’altro con questo gesto».