Dieci anni fa “To Pimp a Butterfly” raccolse decenni di storia di musica nera e ridiede centralità politica all'hip hop

Il disco che rese Kendrick Lamar il più importante rapper della sua generazione

Nel 1969 dodici persone passarono quasi un mese sott'acqua nel lago di Cavazzo, per un esperimento rischioso e un po' raffazzonato

La storia della bizzarra “operazione Atlantide” in Friuli

Per molto tempo i ruoli interessanti erano rari, ma stanno aumentando i giochi più autoriali e "cinematografici" (sì, quello è Luca Marinelli)

Ci sono sempre più attori famosi nei videogiochi

Il regista Gabriele Mainetti lo ha girato con i principi e le tecniche del cinema asiatico, e il risultato si vede

“La città proibita” è un vero film di arti marziali, ma è italiano

Il programma di trading online di Fabrizio Corona prometteva guadagni irrealistici da un sito non autorizzato, ed è scomparso appena qualcuno l'ha fatto notare

Cosa c’era dietro il Progetto Corona?

Anche le persone poco praticanti possono sentire l'esigenza di astenersi da contatti e rapporti, e un mese è lungo

Durante il Ramadan, le relazioni tra musulmani non sposati possono diventare complicate

La band britannica di Mike Scott, famosa per “The Whole of the Moon” e altre grandi canzoni, suonerà il 4 luglio a Peccioli nel primo dei due concerti della newsletter “Le Canzoni”

Breve guida ai Waterboys

Nel peggiore dei casi è bella da canticchiare

Una canzone dei World party

È il posto del mondo da cui provengono quelli più rinomati, grazie a una tradizione vecchia secoli tramandata da alcune botteghe di artigiani

A Istanbul i piatti della batteria si fanno ancora a suon di martellate

«Luke, sono tuo padre», per esempio, non l'ha mai detto nessuno

Frasi dei film che citiamo male

I cosiddetti "naked dress" sono stati rivoluzionari e poi hanno normalizzato il corpo delle donne: ora che sono ovunque però «la nudità è stata denudata del sesso»

I vestiti trasparenti sono sempre più noiosi

Un giornalista dell'Atlantic lo ha fatto per un mese, spiegando che le cose sono andate molto meglio di quanto ci si aspetterebbe

Dovremmo smettere di lavarci?

<p>Il 4 febbraio di 70 anni fa Franklin Delano Roosevelt, Winston Churchill e Josif Stalin si incontrarono in Crimea, nel Palazzo di Livadija che era stato la residenza estiva di Nicola II a Yalta, città sul Mar Nero quasi interamente distrutta dalla guerra. Pochi mesi dopo la Germania nazista avrebbe perso la Seconda guerra mondiale: a Yalta i capi politici dei tre principali paesi alleati (Stati Uniti, Regno Unito e Unione Sovietica) presero nel giro di una settimana alcune importanti decisioni sul proseguimento del conflitto, sul futuro della Germania, della Polonia, e sulla creazione dell&#8217;Organizzazione delle Nazioni Unite. Su come sarebbe stato il mondo <em>dopo</em>, insomma.</p>

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<p><strong>Prima di Yalta</strong><br />
Quando i tre leader si incontrarono a Yalta si conoscevano già: si erano incontrati due anni prima, verso la fine del 1943, nella Conferenza di Teheran. L&#8217;impegno dell&#8217;Armata Rossa contro Hitler era diventato ormai leggendario (c&#8217;erano state la battaglia di Stalingrado, cioè la sconfitta più clamorosa subita fino ad allora da Hitler, e l&#8217;avanzata sovietica verso ovest): l&#8217;Occidente sapeva insomma di aver bisogno dell&#8217;URSS per vincere la guerra e sapeva anche di dover in qualche modo dimenticare i tempi in cui Stalin era sceso a patti con Hitler.</p>
<p>Nel 1939, infatti, i ministri degli esteri di Germania e Unione Sovietica si erano incontrati e avevano firmato un accordo di annessione alla Russia di Estonia, Lettonia e Lituania, di spartizione della Polonia e di non aggressione reciproca: il cosiddetto &#8220;patto Molotov-Ribbentrop&#8221;, dal nome dei due ministri degli Esteri. Ma Hitler tradì il patto e nel giugno del 1941 con la cosiddetta &#8220;Operazione Barbarossa&#8221; invase la Russia. Nei piani di Hitler doveva essere una &#8220;guerra lampo&#8221; ma non andò così: il 3 luglio Stalin pronunciò alla radio uno storico discorso rivolgendosi al popolo, definì un errore il patto con Hitler, disse che i nazisti erano dei criminali e decise di entrare in guerra. Dopo poco nacque la necessità di un&#8217;alleanza con l&#8217;Occidente e negli anni successivi si svolsero le diverse Conferenze tra Alleati: Teheran (28 novembre &#8211; 1 dicembre 1943), Yalta (4-11 febbraio 1945) e Potsdam (17 luglio &#8211; 2 agosto 1945).</p>
<p><strong>La Conferenza di Yalta, la Polonia e la Germania</strong><br />
Il 4 febbraio del 1945 la guerra era stata quasi vinta dagli Alleati. L&#8217;incontro di Yalta venne organizzato per affrontare i problemi del nuovo ordine post bellico e per avviare, come si disse, «un futuro di pace e prosperità»: ciascuno aveva però i propri interessi da difendere a parte battere Hitler. Per Stalin l&#8217;obiettivo era a quel punto soprattutto allargare le frontiere dell&#8217;URSS verso il centro dell&#8217;Europa. Roosevelt e Churchill si incontrarono a Malta, proseguirono in aereo verso Kiev e poi in macchina verso Yalta. Arrivarono il 3 febbraio, Stalin li raggiunse il giorno dopo. Roosevelt venne ospitato a Palazzo di Livadija e fu lì che si svolsero le riunioni, per via della sua infermità fisica (una poliomielite lo aveva lasciato semiparalizzato). Lì fu anche allestito un centro di comunicazioni congiunto per inviare notizie a tutto il mondo. Le cronache riportano varie formule di cortesia fra i tre leader, battute scherzose (su chi sarebbe entrato per primo a Manila) e altre meno scherzose: quando Stalin osservò che Churchill avrebbe potuto perdere le elezioni, lui rispose che gli inglesi almeno potevano cambiare leader quando volevano.</p>
<p>I colloqui proseguirono senza un ordine del giorno preciso: si discusse del destino della Germania, della Polonia, della Jugoslavia e dell&#8217;intervento dell&#8217;URSS in Giappone. Fra i tre leader persistevano forti differenze ideologiche e culturali. Nelle decisioni che vennero prese, è ormai riconosciuto da diversi storici che Stalin ebbe la meglio: sulla divisione della Germania venne previsto che la porzione francese venisse stabilita non nella zona di competenza dell&#8217;URSS; l&#8217;URSS ottenne di estendere i suoi confini in Polonia mentre questa venne compensata a occidente e ottenne che il governo della Polonia venisse fatto sulla base del governo ombra che si trovava a Mosca e non sulla base di quello che si trovava a Londra. Come scrisse Indro Montanelli in un editoriale sul<em> Giornale</em> per ricordare i quarant&#8217;anni dalla Conferenza, Yalta per alcuni, i sovietici, «fu un fasto», per altri, gli occidentali, «un lutto».</p>
<p>In generale Roosevelt venne criticato per aver concesso troppo ai sovietici e per aver dimostrato debolezza nelle trattative. Lo stesso Churchill – che per tutta la guerra aveva avuto un atteggiamento molto pragmatico nei confronti dell’Unione Sovietica – si piegò e, nel corso delle varie conferenze accettò che di fatto l’intera Europa orientale finisse nella sfera di influenza russa. Restava il fatto che gran parte dell&#8217;Europa orientale era stata liberata dalle truppe sovietiche. I paesi occidentali avevano infatti ritardato l&#8217;apertura del secondo fronte e quando avvenne, nel giugno del 1944, le armate sovietiche erano già in Polonia e vicine ai confini della Germania. Il terreno del quale si doveva discutere a Yalta, insomma, era ormai di fatto sotto il controllo sovietico.</p>
<p><strong>Il Giappone e il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite</strong><br />
Fra Roosevelt e Stalin intercorsero anche delle trattative che riguardavano l&#8217;estremo oriente. Roosevelt voleva l&#8217;impegno di Stalin ad entrare in guerra contro il Giappone. Lo ottenne e in cambio l&#8217;URSS avrebbe ricevuto la metà meridionale dell&#8217;isola di Sachalin, le isole Curili e avrebbe visto riconosciuto il suo interesse nei porti cinesi di Port Arthur e Dalian. Si parlò infine delle Nazioni Unite. L&#8217;idea su cui fu creato il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite era già stata presentata da Roosevelt durante la conferenza di pace di Teheran alla fine di novembre 1943. Durante Yalta si discussero soprattutto le modalità di voto che avrebbe adottato da lì in avanti il Consiglio di Sicurezza: in discussione non era tanto la regola generale dell’unanimità, che per ovvie ragioni era sostenuta da tutti i paesi che ne avrebbero beneficiato, ma il diritto di veto, voluto da Stalin. Il compito di scrivere la Carta delle Nazioni Unite venne affidato comunque a un’altra conferenza, che si sarebbe tenuta poco più di due mesi dopo a San Francisco, negli Stati Uniti, senza però la presenza di Roosevelt, che morì il 12 aprile, tredici giorni prima dell’inizio dei lavori.</p>
<p>A San Francisco furono invitati a partecipare prima dell’inizio del mese di marzo tutti quei paesi che avevano dichiarato guerra alla Germania: il documento finale, che fu sottoscritto il 26 giugno, definì la struttura delle Nazioni Unite come la conosciamo ancora oggi (con qualche differenza e piccole riforme, ma di fatto non troppo influenti sul funzionamento generale del Consiglio di Sicurezza). Il principio dell’efficacia fu favorito rispetto a quello dell’uguaglianza giuridica dei paesi: in pratica significò che tutte le proposte che chiedevano l’eliminazione di poteri speciali ai cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza – cioè il diritto di veto – furono respinte.</p>
<p><strong>Dopo Yalta</strong><br />
La Conferenza di Yalta terminò l&#8217;11 febbraio del 1945. Roosevelt tornò a casa presentando l&#8217;incontro al Congresso come un grande successo e una grande vittoria della pace ma morì prima di partecipare alla conferenza successiva, quella di Potsdam. Churchill era invece presente, ma interruppe i colloqui per rientrare nel Regno Unito e accogliere i risultati elettorali: vinsero i laburisti e a Potsdam tornò il nuovo primo ministro Clement Attlee. La situazione da lì in poi cambiò piuttosto velocemente: Il 5 marzo del 1946 Churchill pronunciò il celebre discorso della &#8220;cortina di ferro&#8221; e così ebbe effettivamente inizio la Guerra Fredda. Churchill fu l&#8217;ultimo protagonista della Conferenza di Yalta a morire, nel gennaio del 1965 dopo essersi ritirato a vita privata. Stalin era morto il 5 marzo del 1953. L&#8217;anno prima era stata decisa la chiusura del confine tra Berlino Ovest e Berlino Est.</p>

Cultura

conferenza di Yalta

franklin delano roosevelt

stalin

winston churchill

Yalta

British Prime minister Winston Churchill (L), US president Franklin Delano Roosevelt (C) and USSR Secretary general of the Soviet Communist Party (PCUS), Joseph Stalin (R) pose at the start of the Conference of the Allied powers in Yalta, Crimea, on February 4, 1945 at the end of World War II. During the Yalta Conference, which took place from February 4 to 11, 1945, "The Big Three" (Stalin, Roosevelt, Churchill) decided the demilitarization and denazification of Germany and carved out their own post-war zones of influence accross the globe. (Photo credit should read STF/AFP/Getty Images)

YALTA

<p>Stalin, Roosevelt e Churchill a tavola durante la Conferenza di Yalta, 11 febbraio 1945 (AP Photo)</p>


Conferenza di Yalta 

<p>Franklin Roosevelt al suo arrivo a Yalta, Crimea, febbraio 1945 (AP Photo/DOD)</p>


<p>Winston Churchill, Franklin Delano Roosevelt e Joseph Stalin a Yalta, Crimea, 4 febbraio 1945 (STF/AFP/Getty Images)</p>


<p>Joseph Stalin e Franklin Roosevelt a Yalta, febbraio 1945 (/AFP/Getty Images)</p>


<p>Il segretario di Stato americano Edward R. Stettinius stringe la mano al Commissario del popolo sovietico Vyacheslav Molotov, 4 febbraio 1945, Yalta (/AFP/Getty Images)</p>


<p>Churchill, Roosevelt e Stalin a Yalta, febbraio 1945 (Keystone/Getty Images)</p>


<p>Il tavolo degli incontri a Yalta, febbraio 1945 (Photo by Keystone/Getty Images)</p>


<p>Joseph Stalin e Winston Churchill a Yalta, 4 febbraio 1945 (Central Press/Getty Images)</p>


Il 4 febbraio 1945 i leader dei tre paesi più potenti al mondo si riunirono in Crimea per decidere cosa fare una volta sconfitti i nazisti: e vinse uno dei tre

La Conferenza di Yalta, 70 anni fa

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La Conferenza di Yalta, 70 anni fa

La Conferenza di Yalta, 70 anni fa

La Conferenza di Yalta, 70 anni fa

La Conferenza di Yalta, 70 anni fa

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