La prima foto di un essere umano
È un dagherrotipo del 1838, realizzato in un viale di Parigi: il primato è di un inconsapevole tizio che si stava facendo lucidare le scarpe
Nella rubrica realizzata in collaborazione con Retronaut, il sito che si occupa di fotografie d’epoca, Mashable ha pubblicato un’interessante fotografia ritenuta la prima nella storia a mostrare una figura umana. Fu scattata nel 1838 a Parigi, in Francia, da Louis Daguerre, la persona che mise a punto la “dagherrotipia”, il primo procedimento fotografico per sviluppare le immagini (seppure non riproducibili in più copie). Nella fotografia la figura umana è visibile nella parte bassa a sinistra, mentre si sta facendo lucidare le scarpe per strada.
L’immagine s’ingrandisce con un clic
L’immagine fu ottenuta impostando un tempo di esposizione di circa 7 minuti. La strada e i marciapiedi appaiono vuoti, ma è probabile che fosse un momento piuttosto trafficato: tutto si stava muovendo troppo velocemente per essere colto dalla lastra, che aveva una scarsa sensibilità. Fa eccezione l’uomo nell’angolo a sinistra, che rimase fermo più o meno nella stessa posizione per diversi minuti, in attesa che il lustrascarpe terminasse il proprio lavoro. Vicino a lui è visibile anche la persona, forse un ragazzino, che prestò il servizio.
La fotografia è stata molto studiata negli anni e, spiegano quelli di Retronaut, alcuni ipotizzarono che l’uomo fosse fermo a una fontanella e non che si stesse facendo lustrare le scarpe. Il confronto con un’altra foto scattata sempre da Daguerre permise di escludere questa possibilità: nello scatto erano visibili le scatole e gli strumenti usati dal lustrascarpe.
La strada di Parigi nella fotografia è Boulevard du Temple, spesso chiamata il “boulevard del crimine” per via dei numerosi melodrammi ispirati alla storia di malviventi che venivano messi in scena nei teatri che si affacciavano sul viale. L’area fu in buona parte ricostruita e risistemata in seguito alla decisione di Napoleone III di risanare alcuni quartieri di Parigi, che iniziò a partire dai primi anni Cinquanta dell’Ottocento.
Come tutti i dagherrotipi, l’immagine in realtà è speculare e per vederla nel senso giusto occorre ribaltarla orizzontalmente. Ciò è dovuto al fatto che la lastra usata per scattare la fotografia diventa il supporto stesso dell’immagine: non esisteva un negativo e quindi la possibilità di ottenere più copie della stessa foto o di ottenere una versione corretta e non speculare attraverso il processo dello sviluppo.
Ulteriori analisi dell’immagine del 1838 hanno permesso di identificare altri dettagli su ciò che Daguerre riuscì a immortalare sul suo dagherrotipo. In alcuni casi, come vi mostriamo nella galleria fotografica, si tratta di supposizioni perché l’immagine originale non è molto definita e ha dimensioni relativamente contenute: 16,5 centimetri per 21 centimetri.