Le foto di Scott Olson, arrestato a Ferguson
Una raccolta delle immagini scattate dal fotografo di Getty Images che lunedì è stato fermato dalla polizia mentre raccontava le proteste di questi giorni
Lunedì 18 agosto il fotografo di Getty Images Scott Olson è stato arrestato dalla polizia di Ferguson, in Missouri, durante una delle tante manifestazioni contro l’uccisione da parte di un poliziotto del 18enne nero Michael Brown, avvenuta lo scorso 9 agosto. Il suo collega Joe Raedle ha scattato alcune fotografie in cui si vede Olson che viene ammanettato dagli agenti, pare per non essersi voluto allontanare da un’area vietata ai manifestanti. Getty ha successivamente fatto sapere che Olson è stato liberato.
La scorsa settimana la polizia di Ferguson aveva arrestato altri due giornalisti impegnati a raccontare le manifestazioni: Ryan J. Reilly dello Huffington Post e Wesley Lowery del Washington Post, liberati dopo alcune ore. Anche il presidente degli Stati Uniti Barack Obama aveva condannato l’accaduto, dicendo che «la polizia non dovrebbe usare la forza o arrestare i giornalisti solo perché stanno cercando di fare il loro lavoro». In seguito le autorità di Ferguson hanno firmato un documento del tribunale in cui promettono di non arrestare i giornalisti impegnati a raccontare le proteste, a meno che pongano una minaccia alla sicurezza pubblica o impediscano il lavoro della polizia.
Scott Olson vive a Chicago, in Illinois: lavora come fotografo professionista da 15 anni, dopo 8 passati nell’esercito (di cui quattro nei Marines e quattro nella Guardia nazionale). Non è la prima volta che gli capitano problemi del genere: nel 2012, mentre fotografava le proteste a Chicago per un vertice della NATO, un poliziotto lo ferì alla testa con uno sfollagente. Sabato, durante un programma della radio statunitense NPR, Olson aveva criticato l’eccessivo uso della forza da parte della polizia a Ferguson: «I manifestanti sono per la maggior parte pacifici. Se c’è un gruppo di persone che cerca di disturbare le proteste non devi sparare con un fucile. Non in una folla come quella». Le fotografie che ha scattato in questi giorni sono tra le più diffuse e iconiche delle proteste: mostrano i genitori di Michael Brown a una messa in ricordo del figlio, decine di persone con le mani alzate, con cartelli contro la violenza della polizia, o mentre scappano tra i lacrimogeni e cercano di sciacquarsi il viso irritato dal fumo.