Le colpe delle Iene su Stamina
"Un esempio eclatante di irresponsabilità nella pratica della libertà d’informazione", scrivono tre scienziati sulla Stampa, tra cui la senatrice a vita Cattaneo
La Stampa pubblica oggi un editoriale firmato da tre illustri scienziati italiani – Elena Cattaneo, senatrice a vita, Michele De Luca e Gilberto Corbellini – che accusa duramente “le Iene”, il programma televisivo di Mediaset, di aver promosso ingannevolmente e usato la vicenda Stamina con “furbate”, “inganni”, “sapienti taglia e cuci”. Stamina è il contestato “trattamento” che secondo i suoi ideatori è a base di cellule staminali e che sarebbe in grado di curare numerose malattie invalidanti. Contro il trattamento, non supportato da alcuna prova scientifica, ritenuto inutile e in alcuni casi dannoso, si sono espressi scienziati, riviste scientifiche e una commissione del ministero della Salute; e ci sono state diverse inchieste giornalistiche e giudiziarie.
La libertà di stampa è un valore non negoziabile. Proprio per questo, cioè per proteggerla, chi ne abusa causando danni a persone, in un Paese che costituzionalmente rifiuta ogni ipotesi di autorizzazione o censura, di regola andrebbe responsabilizzato dalla legge. Anche l’indicatore della libertà di stampa ci vede in fondo alla graduatoria internazionale dei paesi civili.
Un esempio eclatante di irresponsabilità nella pratica della libertà d’informazione, da cui sono venuti danni irreparabili a persone e alla sanità pubblica, è l’uso che della vicenda Stamina ha fatto nei mesi scorsi il programma televisivo «Le Iene». Interpretando al peggio la filosofia situazionista, che mescola finzione e realtà, sono state asserite circostanze insussistenti per manipolare e spettacolarizzare le sofferenze di malati e parenti. Viceversa, i fatti provati che condannavano Stamina sono stati trasfigurati. Sono stati letteralmente ribaltati e proposti come una «dimostrazione» della «falsa propaganda del potere costituito» o di non meglio precisati «interessi di potenti multinazionali». In quanto tali, gli eroici giornalisti di «Le Iene» li contrastavano. E per farlo hanno condito il tutto con «impressioni» o «sensazioni» mosse dalle più viscerali e irrazionali emozioni.
Si dovevano usare per far questo bambini malati? Si usavano.