Uno che non legge libri mai
Lo ha intervistato Repubblica: è un musicista, ha interessi e passioni, ma come molti italiani non ha letto nessun libro nell'ultimo anno
A proposito dell’annoso tema degli “italiani che non leggono libri”, Gian Luca Favetto ha intervistato per Repubblica uno di loro: un esempio non corrispondente all’idea comune di “non lettore” ignorante, anzi pieno di interessi e passioni, ma che non ha letto nemmeno un libro nell’ultimo anno e pochissimi in tutta la sua vita.
Comincia come Bartleby, lo scrivano di Herman Melville. «Preferisco di no», dice. Andando avanti con la chiacchiera, il preferisco cade e rimane il no. Secco, insuperabile. Nessun orgoglio e nessun imbarazzo: «No, io non leggo». Studia l’effetto prodotto dalla sua affermazione e aggiunge: «Ti dirò di più, non ho mai letto». Eh già, non è possibile! «No, no», assicura, «perché dovrei? Mi annoio solo al pensiero». Si sistema gli occhiali e, come a volte si fa con chi non sente o non capisce o non vuole capire, sillaba: «Eccomi qui, io sono Non Lettore». È come se pronunciasse il suo nome e cognome: Non Lettore, N. L. E lui è un N. L. speciale, un N. L. al cubo, e questa è la sua storia: la storia di uno dei 30 milioni di italiani con più di sei anni che negli ultimi dodici mesi non ha letto nemmeno un libro.
Il rapporto Istat sulla produzione e la lettura di libri in Italia, pubblicato il 30 dicembre, certifica che nel 2013 i lettori sono diminuiti rispetto al 2012, passando dal 46 per cento al 43per cento della popolazione. Chi legge non più di tre libri l’anno è circa la metà dei 24 milioni di lettori. Di questi, coloro che leggono almeno un libro al mese, cioè i cosiddetti lettori forti, sono solo il 13,9 per cento. Dunque, il 57 per cento degli italiani non legge libri. N. L. è uno di loro. Ha 46 anni e, non solo non ha letto un libro negli ultimi dodici mesi, non ha letto un libro negli ultimi trent’anni, dice. Ha una vita piena, due gatti, un bel lavoro. È dipendente di un ente lirico. Suona in orchestra. Il suo strumento è il contrabbasso. Ne ha tre in casa.
La casa è bella, arredata con gusto. Quadri, stampe e disegni alle pareti. Le foto di Audrey Hepburn e Marlon Brando in cucina. Un grande televisore. Un bell’impianto hi-fi. Molti cd. Due vecchie radio. I soffitti affrescati sono opera sua. Disegna molto bene. Per lui disegnare è un po’ come suonare. Ama il cinema. Nessun libro in vista, tranne qualche catalogo d’arte, Man Ray e Jackson Pollock, Schiele e Picasso, e alcune guide turistiche. Sul comodino da notte ci sono solo bollette.
(continua a leggere sulla rassegna stampa Treccani)
– Luca Sofri: La fine dei libri