Di zucche e cocomeri
Il dibattito al Post su come tradurre la leggendaria divinità dei Peanuts
Quando in Italia si cominciarono a tradurre le strisce dei Peanuts dedicate al misterioso evento evocato da Linus per la notte di Halloween, in Italia della festa di Halloween non parlava ancora nessuno. Era una cosa da americani, erano di là da venire le importazioni dall’America dei suoi usi e costumi, e anche le polemiche su quelle importazioni, che sono diventate parte delle celebrazioni italiane di Halloween (“Non è una festa nostra!”).
I lettori italiani non avevano quindi nessuna familiarità con l’atmosfera di quella festa e di quella notte, né con le zucche relative, e insomma i traduttori della rivista Linus ritennero di tradurre “the great pumpkin” – la strana divinità di cui Linus aspetta devoto ma frustrato l’arrivo la notte di Halloween – con un più familiare e mediterraneo “Grande cocomero”. Benché questa scelta abbia generato poi occasionali contraddizioni, il “Grande cocomero” è entrato come tale – come molte cose Peanuts – nella cultura italiana, arrivando a dare il nome a un film di Francesca Archibugi e più di recente a una trasmissione televisiva di Linus (quello di Radio Deejay, non quello della coperta).
Così, quando al Post – che pubblica e traduce fiero i Peanuts da un anno e mezzo – sono arrivate le repliche di quelle strisce, abbiamo deciso di mantenerci fedeli al nome divenuto familiare in Italia, piuttosto che a quello più esatto ma un po’ spiazzante di “Grande Zucca”. Non senza discussioni interne, eh.