In Venezuela manca ancora la carta igienica
E molti altri beni di prima necessità: il governo ha accusato gli imprenditori e sequestrato una fabbrica
Sabato 21 settembre il vicepresidente venezuelano Jorge Arreaz ha annunciato su Twitter l’occupazione «temporanea» di una fabbrica di carta igienica nello stato di Aragua, nel nord del paese. Lo scopo dell’occupazione, ha spiegato Arreaz, è riordinare la produzione, la distribuzione e il marketing della carta igienica.
La ocupación temporal de Manpa busca verificar el proceso de producción, comercialización y distribución del rubro de papel higiénico
— Jorge Arreaza (@jaarreaza) September 20, 2013
Dal maggio 2013 la carta igienica scarseggia in tutto il paese. Nella capitale, Caracas, si formano lunghe file davanti ai supermercati ogni volta che arrivano nuove consegne di rotoli. La situazione a maggio era così grave che alcuni venezuelani hanno racconto di aver cercato anche per due settimane prima di riuscire a trovarne un solo rotolo. Il governo all’epoca aveva promesso di acquistare all’estero 50 milioni di rotoli per risolvere la situazione.
Non è chiaro se l’operazione abbia avuto successo, ma gli avvenimenti di sabato fanno pensare che il problema non sia stato risolto. Secondo il governo i principali responsabili della scarsità di carta igienica sono i produttori, che avrebbero diminuito la produzione e accumulato scorte per poter rivendere i rotoli dopo l’aumento dei prezzi. Karlìn Granadillo, soprintendente del SUNDECOP, l’organo statale che si occupa di regolare i prezzi, ha dichiarato: «Stiamo osservando una violazione del diritto all’accesso alla carta igienica».
Il governo venezuelano ha fatto sapere di essere fermamente intenzionato a far rispettare questo diritto. «L’Organo per la difesa popolare dell’economia non permetterà speculazioni o fallimenti nella produzione dei beni essenziali», ha scritto su Twitter Arreaza. L’organo a cui ha fatto riferimento è un ente creato il 13 settembre dal presidente Maduro che, nelle sue parole, ha lo scopo di «vincere la guerra economica che è stata dichiarata nel paese». Come si può leggere sul sito del ministero del Commercio, questo ente ha lo scopo di trovare le inefficienze produttive nei vari settori industriali venezuelani e in particolare in quelli che producono beni di prima necessità.
Oltre alla carta igienica, anche prodotti come olio e riso sono spariti dai mercati del Venezuela e ciclicamente vengono a mancare farina, dentifricio, caffè e zucchero. Secondo l’opposizione e secondo molti imprenditori, queste carenze sono causate dalle politiche economiche del governo, come il controllo dei prezzi e le restrizioni sulla circolazione di valuta straniera. Ad agosto, secondo i dati della banca centrale, l’inflazione nel paese era superiore al 40 per cento su base annua.
A causa di queste scelte, sostengono alcuni dei produttori dei vari beni spariti dal commercio, non è più conveniente mantenere le fabbriche in funzione. Secondo il governo venezuelano, invece, i produttori di beni di prima necessità hanno messo in atto una strategia speculativa, nella speranza di vendere i loro prodotti più avanti e ad un prezzo più alto. Diversi membri del governo hanno anche ipotizzato che il fenomeno faccia parte di una cospirazione più ampia. Alejandro Fleming, ministro dell’Agricoltura, ha dichiarato a maggio che i prezzi della carta igienica stavano salendo a causa di un «eccesso di domanda» causati da una popolazione resa nervosa dalle campagne mediatiche. Il presidente Maduro, invece, ha accusato gli Stati Uniti di sabotare le importazioni venezuelane di cibo ed elettricità.