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  • Venerdì 21 giugno 2013

La lettera di Che Guevara ai suoi figli, scritta nel caso venisse ucciso

«Ai miei bambini

Cari Hildita, Aleidita, Camilo, Celia ed Ernesto

Se mai leggerete questa lettera, sarà perché non sono più con voi. Non vi ricorderete quasi più di me, e i più piccoli non mi ricorderanno affatto.

Vostro padre è stato un uomo che si è comportato secondo il suo credo, ed è stato pienamente fedele alle sue convinzioni.

Crescete da bravi rivoluzionari. Studiate tanto e imparate a usare la tecnologia, che ci permette di dominare la natura. Ricordatevi che la rivoluzione è quello che conta, e che ognuno di noi, da solo, non conta niente.

Ma più di ogni cosa, imparate a sentire profondamente tutte le ingiustizie compiute contro chiunque, in qualunque posto al mondo. Questa è la qualità più importante di un rivoluzionario.

Per sempre, bambini miei. Spero comunque di rivedervi.

Un grosso bacio e un grande abbraccio,

Papà

Ernesto Che Guevara – rivoluzionario, medico e guerrigliero argentino – in una lettera ai suoi figli scritta nel 1965. Dopo essere andato in Congo a diffondere le sue idee rivoluzionarie, nel 1965 Che Guevara era tornato clandestinamente a Cuba per incontrare Fidel Castro e la moglie, a cui aveva consegnato una lettera per i suoi cinque figli nel caso venisse ucciso. Nel 1966 si spostò in Bolivia, dove venne catturato e ucciso per ordine del presidente René Barrientos, il 9 ottobre del 1967.