Il caos in Fare per Fermare il Declino
Giovedì sono state ritirate le dimissioni di Michele Boldrin, e sono arrivate quelle di Silvia Enrico da presidente
di Francesco Marinelli – @frankmarinelli
Dopo le dimissioni del fondatore Oscar Giannino dalla presidenza del movimento Fare per Fermare il Declino, nel pomeriggio del 20 febbraio, a quattro giorni dalle elezioni – in seguito alle rivelazioni su una serie di falsità che aveva detto sul suo curriculum – il risultato negativo ottenuto alle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio ha creato nuove tensioni e problemi interni, che oggi hanno tra l’altro portato alle dimissioni della appena nominata presidente.
L’obiettivo di Fare alle elezioni era quello di raggiungere la soglia di sbarramento del 4 per cento alla Camera, che gli avrebbe consentito di eleggere dei deputati: alla Camera però ha ottenuto solo l’1,1 per cento dei voti (391.097 in tutto) e lo 0,9 per cento al Senato (286.461 in tutto). La partecipazione alle elezioni politiche era stata annunciata l’8 dicembre 2012 e Oscar Giannino, il candidato premier, aveva detto che la sua lista non avrebbe fatto alleanze con i partiti politici esistenti e con quella classe dirigente che, dal suo punto di vista, era stata responsabile del declino dell’Italia e in particolare della sua economia. Oltre a Giannino, tra i principali fondatori del movimento c’erano Michele Boldrin, economista e professore, e Luigi Zingales, anche lui economista e docente universitario.
I problemi di Fare per Fermare il Declino sono nati il 18 febbraio 2013, quando Luigi Zingales ha pubblicato una lettera in cui annunciava le sue dimissioni dal movimento accusando Oscar Giannino di aver mentito, in alcuni interventi pubblici, sulla partecipazione a un master all’università Chicago Booth.
Dopo le dimissioni di Zingales c’è stata una lunga discussione sulla veridicità dei fatti che hanno riguardato Oscar Giannino, che ha poi ammesso di essersi inventato tutto per davvero. Il 20 febbraio 2013, Oscar Giannino, durante la direzione nazionale di Fare, si è dimesso dalla presidenza del movimento, pur rimanendo formalmente il candidato premier alle elezioni. Al suo posto come presidente è stata nominata Silvia Enrico (anche lei tra i promotori di FARE).
Dopo il risultato elettorale negativo, Silvia Enrico ha pubblicato il 25 febbraio 2013 un tweet in cui sosteneva che, nonostante la sconfitta, il movimento avrebbe dovuto andare avanti con il proprio programma, pubblicando il giorno successivo, il 26 febbraio, un post sul sito del movimento in cui sosteneva che Fare avrebbe dovuto tenersi pronto per future e ipotetiche elezioni politiche.
Il 27 febbraio 2013, due giorni dopo lo scrutinio elettorale e uno dopo la pubblicazione del post firmato da Silvia Enrico, un altro dei fondatori, Michele Boldrin, ha annunciato le sue dimissioni e pubblicato sul proprio profilo Facebook una serie di post molto duri nei confronti di alcuni membri della direzione nazionale di FARE, che tra l’altro si era riunita da poco proprio per fare un bilancio delle elezioni.
Mi vergogno di aver fondato un movimento e di avergli regalato le mie idee, oltre a sei mesi della mia vita, perché poi finisse in mano a pusillanimi ed arrivisti di terzo livello come costoro. Addio. È ora di fare dell’altro.
Prima dell’inizio della riunione, era stata pubblicata sul gruppo Facebook di Fare per Fermare il Declino una lettera che Boldrin avrebbe mandato ai membri della direzione nazionale: nella lettera si invitavano i responsabili del risultato elettorale negativo a dimettersi. Boldrin aveva negato poi di essere stato il responsabile della pubblicazione.
Nella lettera, comunque, Boldrin aveva chiesto che la direzione nazionale non prendesse nessuna decisione politica fino al congresso costituente, e che si limitasse a svolgere funzioni di ordinaria amministrazione. Inoltre dissentiva da Silvia Enrico, la presidente di FARE, che avrebbe voluto che il movimento partecipasse alle prossime elezioni amministrative locali. Durante la direzione nazionale, Boldrin aveva poi pubblicato un post su Facebook in cui dissentiva chiaramente su quanto si stava sostenendo:
La quantità di balle che sento raccontare in Direzione da Enrico, Pasotti, Giaconia e Gerosa è ridicola.
Le parti si sono poi invertite oggi. Michele Boldrin ha pubblicato su Twitter alcuni pensieri che sembrano indicare un suo ritorno nel movimento: uno di auspicio per delle riflessioni altrui e un altro di incoraggiamento, in cui dice che Fare per Fermare il Declino avrà bisogno di 72 ore per organizzarsi di nuovo.
Augurandomi che la notte abbia portato ad alcuni/e consiglio … penso ad altro.
— Michele Boldrin (@micheleboldrin) 28 febbraio 2013
Finalmente la scelta giusta! Ora andiamo avanti, ripartiamo dai comitati, dalle idee, dal congresso. Diamoci 72 ore per organizzarci.
— Michele Boldrin (@micheleboldrin) 28 febbraio 2013
Silvia Enrico ha annunciato invece la remissione delle deleghe, dimettendosi di fatto dalla presidenza di Fare per Fermare il Declino: e ha pubblicato sul sito del movimento un post in cui ha spiegato che nei prossimi mesi ci saranno i congressi regionali per l’elezione dei coordinatori di FARE e che, entro il 30 giugno 2013, ci sarà l’elezione del presidente e della nuova direzione.
Purtroppo, preso atto delle difficoltà ad attuare in un clima di serenità le delibere sulla revisione dello statuto e la convocazione dei congressi, non posso fare altro che rassegnare le mie dimissioni e quelle di tutta la direzione nazionale.
Foto: Oscar Giannino (LaPresse)