Gli Stati Uniti a colori

La storia poco conosciuta della fotografia a colori - verso cui circolava scetticismo, all'inizio - attraverso alcuni dei più importanti fotografi statunitensi

Oggi verrà inaugurata al Milwaukee Art Museum di Milwaukee, negli Stati Uniti, la mostra Color Rush: 75 Years of Color Photography in America, che prova a raccontare l’evoluzione dell’uso del colore in fotografia tra il 1907 e il 1981 attraverso le opere di alcuni autori statunitensi molto importanti tra cui William Eggleston, Nan Goldin, Walker Evans, Stephen Shore, Alfred Stieglitz, Edward Steichen, Joel Sternfeld e Edward Weston.

La mostra propone una storia poco conosciuta, quella della fotografia a colori, che ha impiegato molto tempo a essere “accettata” dal pubblico e diventare popolare dopo la sua invenzione. Un altro aspetto notevole è che nella mostra di Milwaukee sono esposte fotografie a colori di fotografi molto celebri ma associati normalmente all’uso esclusivo del bianco e nero, come Ansel Adams.

Nel nostro immaginario, i primi anni del Novecento e in generale il passato sono rappresentati dai toni del grigio: questo anche perché, nonostante ci fosse già allora la possibilità di produrre immagini a colori (vedi questa serie di bellissime fotografie scattate in Russia) e spesso si colorassero a mano le stampe, all’inizio del secolo ci fu resistenza rispetto all’ascesa di questa tecnologia: le persone, gli addetti ai lavori, il pubblico, consideravano “vera” solo l’immagine in bianco e nero e spiazzante quella a colori, a cui non erano abituati.

Un grande miglioramento nella ricerca commerciale ha permesso poi che venisse accettata l’idea delle fotografie a colori e che questa diventasse popolare per le masse, grazie anche commercializzazione della pellicola Kodachrome, nel 1935: una pellicola invertibile, a buon prezzo, che utilizzava il metodo sottrattivo con tre differenti strati sensibili alle luci colorate. La mostra di Milwaukee espone anche esempi di altri utilizzi di questo tipo di immagine: cataloghi di gallerie, riviste e giornali illustrati, tra cui Vogue e Life, forse i primi ad aver capito l’importanza in generale dell’immagine fotografica e la potenza comunicativa della fotografia a colori.