Cosa succede nella Repubblica Centrafricana
Un gruppo di ribelli sta marciando verso la capitale Bangui contro il presidente Bozizé, accusato di non aver rispettato un accordo nel 2007
Stamattina gli Stati Uniti hanno deciso la chiusura della propria ambasciata a Bangui, nella Repubblica Centrafricana, e l’evacuazione di tutto il personale sul posto, dopo la decisione presa qualche giorno fa di allontanare il personale non essenziale per motivi di sicurezza. La situazione nella Repubblica Centrafricana sta infatti peggiorando velocemente in seguito all’improvvisa decisione di un gruppo di ribelli, i Seleka, da anni stanziati nel nord del paese, che dal 10 dicembre hanno iniziato un’avanzata partendo da nord verso la capitale Bangui. I ribelli hanno già conquistato città strategiche per il commercio di oro e diamanti come Bria e Bambari.
I Seleka, di cui fanno parte varie fazioni e gruppi armati che si sono uniti in una coalizione, combattono contro il presidente François Bozizé, accusato di non aver onorato un accordo di pace siglato nel 2007 in base al quale i combattenti che avessero deposto le armi avrebbero ricevuto una ricompensa. François Bozizé salì al potere nel marzo 2003 con un colpo di stato contro l’ex presidente Ange-Félix Patassé ed iniziò un periodo di governo di transizione. Da allora è stato eletto due volte alla guida del paese, nel 2005 e nel 2011. Ieri François Bozizé ha chiesto l’aiuto di Stati Uniti e Francia contro i ribelli, ma il presidente Hollande ha rifiutato d’intervenire nell’ex colonia, spiegando che la Francia potrebbe intervenire solo su mandato dell’ONU.
In foto: François Bozizé (JOHN THYS/AFP/Getty Images)