Bersani, passerotti e tacchini
«Meglio un passerotto in mano del tacchino sul tetto»: da dove viene il bizzarro proverbio citato al dibattito dal segretario del PD
Durante il confronto televisivo di ieri sera su Rai Uno, il segretario del Partito Democratico Pier Luigi Bersani ha usato diverse volte metafore e detti popolari, una delle sue caratteristiche linguistiche più note (e prese in giro, per esempio da Maurizio Crozza).
Durante la risposta sulla questione delle tasse e dell’evasione fiscale, all’inizio del confronto, Bersani ha usato subito un proverbio popolare: «O si va a messa o si sta a casa». Poi, dopo che Renzi che ha parlato della necessità di un accordo con la Svizzera per tassare i capitali esportati illecitamente dall’Italia (stimati in diverse decine di miliardi di euro e che la Germania non ha ancora raggiunto, anche per resistenze del partito socialdemocratico), Bersani ha usato una delle cinque repliche a disposizione per chiarire la sua posizione sul tema. Ha detto di aver parlato con Sigmar Gabriel, presidente del partito socialdemocratico tedesco (SPD) e ha riportato la sua opinione, attribuendogli anche un detto piuttosto particolare:
«Anche lui ama, si vede, le metafore. Su questa storia dell’accordo con la Svizzera, dice: “So anch’io che c’è tanta gente che preferisce un passerotto in mano piuttosto che il tacchino sul tetto, però questo è un condono. E fino a questo punto di trattativa, se non cambia nei prossimi giorni, è un condono.”»
Bersani ha riportato la traduzione (più o meno esatta, come vedremo) di un proverbio tedesco: «Besser ein Spatz in der Hand als eine Taube auf dem Dach», che letteralmente significa «È meglio un passerotto in mano piuttosto di un piccione sul tetto». È l’equivalente tedesco del proverbio italiano «È meglio un uovo oggi che una gallina domani», ovvero che è meglio accontentarsi di qualcosa che si ha piuttosto che di qualcosa che non si possiede e forse è irraggiungibile. Visto che il proverbio, nella versione di Bersani, in italiano non esiste, è probabile che Gabriel lo abbia usato davvero.
Invece del piccione del proverbio (in tedesco Taube, femminile: vuol dire anche “colomba”), Bersani ha messo il tacchino, rendendo l’espressione e il proverbio decisamente meno realistico e comprensibile: come ci è finito un tacchino sul tetto, direte voi. Questa variazione non sembra esistere in tedesco e la sostituzione di Bersani è difficile da comprendere, se non – ma forse stiamo speculando troppo – con un possibile errore di traduzione dovuto alla somiglianza del suono: e allora Taube = “tacchino”.
Tra l’altro, in inglese c’è un proverbio molto simile con lo stesso significato: «A bird in the hand is worth two in the bush», ovvero «un uccello in mano vale più di due tra gli alberi». Tornando a Bersani, il nome del tacchino (in tedesco Truthuhn o Pute) nelle diverse lingue del mondo è una storia estremamente interessante tra geografia, storia e zoologia, come avevamo raccontato pochi giorni fa.