Le brutte elezioni in Ucraina
Il partito del presidente Yanukovych è avanti, Timoshenko è ancora in carcere, l’OSCE ha parlato di "regressione" della democrazia
Le elezioni politiche che si sono tenute domenica in Ucraina hanno rappresentato secondo l’OSCE una “regressione” della democrazia. L’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa ha bocciato non solo le operazioni di voto e scrutinio ma anche la campagna elettorale: i problemi principali rilevati dagli osservatori riguardano soprattutto l’assenza della leader dell’opposizione Yulia Timoshenko, attualmente detenuta, l’uso scorretto delle risorse amministrative e dei fondi pubblici, il ruolo eccessivo del denaro e l’enorme influenza dei gruppi di potere, la scarsa partecipazione delle donne e la copertura mediatica dichiaratamente di parte.
Secondo la Commissione Centrale Elettorale il Partito delle Regioni del presidente Viktor Yanukovych è in testa col 32 per cento dei voti, seguito dall’alleanza di opposizione di Timoshenko col 24,08 per cento dei voti. Il Partito Comunista è diventato la terza forza del paese superando il 13 per cento, seguito da Udar del pugile Vitali Klitschko (13,44 per cento) e dal partito nazionalista Svodoba al 9,52 per cento, partito di destra più moderno che è andato molto bene nella parte occidentale del paese e ha rappresentato la vera sorpresa di queste elezioni. Il partito dell’ex calciatore Andriy Shevchenko, “Avanti Ucraina”, non ha superato la soglia di sbarramento del 5 per cento e per questo motivo non prenderà seggi in parlamento. Le percentuali si riferiscono ai seggi distribuiti in base al sistema proporzionale (225 su 450). Per avere un quadro preciso della nuova Rada bisognerà aspettare i risultati definitivi che assegneranno gli altri 225 seggi con il maggioritario a collegi uninominali.
Il presidente Yanukovych ha cercato di ribaltare le conclusioni dell’OSCE dichiarando che le elezioni si sono svolte senza particolari problemi e che gli osservatori sono stati soddisfatti dei risultati. In realtà tutte le agenzie coinvolte nelle operazioni di controllo, tra cui la NATO, la UE e il Consiglio d’Europa (gli osservatori internazionali erano quasi 700) hanno smentito la sua posizione spiegando che il grande potenziale democratico della società ucraina non è riuscito a svilupparsi come avrebbe potuto.
foto: AP Photo/Sergei Chuzavkov