Un restauro un po’ così
Un affresco a Borja, in Spagna, è stato restaurato così male da diventare una notizia su tutti i media internazionali, e un meme su internet
Negli ultimi giorni i maggiori siti di informazione del mondo hanno parlato molto del caso di un affresco spagnolo raffigurante Gesù Cristo che ha subito un restauro estremamente maldestro ad opera di Cecilia Gimenez, un’anziana parrocchiana di più di ottanta anni, residente nel comune di Borja, vicino a Saragozza, in Spagna. L’affresco si intitola Ecce Homo ed è stato realizzato alla fine dell’Ottocento da un semisconosciuto artista spagnolo di nome Elias Garcia Martinez (1858-1934), che lo aveva dipinto su una delle colonne a sinistra dell’altare del Santuario della Misericordia di Borja, dove è tuttora conservato.
Col tempo il dipinto si era molto rovinato a causa dell’umidità. È per questo motivo che Cecilia Gimenez, pare d’accordo con il parroco, si è offerta di restaurarlo. Il problema è che l’anziana parrocchiana non è affatto una restauratrice professionista, e le sue buone intenzioni hanno portato nei fatti a un completo disastro, dato che alla fine l’affresco è stato sfigurato. Più interessante dell’episodio in sé è però la storia della diffusione della notizia, prima sui media spagnoli e poi nel resto del mondo.
Il racconto del maldestro restauro è comparso per la prima volta il 7 agosto scorso, quando il blog culturale locale Centro de Estudios Borjanos ha pubblicato un post intitolato “Un fatto inqualificabile”, in cui si raccontava di come l’affresco fosse stato sfigurato da ignoti. A quanto scrive il Centro de Estudios Borjanos, l’affresco era stato fotografato appena un mese prima del 7 agosto, quando Alberto Aguilera e Enrique Lacleta avevano realizzato un servizio fotografico sull’Ecce Homo.
Il servizio seguiva di due anni la pubblicazione, sul bollettino informativo del Centro de Estudios Borjanos, di un articolo che trattava di come l’autore, Elias Garcia Martinez, si fosse ispirato a una pittura a olio dell’artista barocco italiano Guido Reni e da un’incisione di William Trench. Era corredato da un’immagine del dipinto in condizioni relativamente buone, mentre i fotografi lo scoprirono molto rovinato. Un mese dopo il servizio fotografico, scriveva infine il blog, l’affresco appariva completamente deturpato, ma nessuno sapeva spiegare cosa fosse successo, né chi fosse stato. Nel frattempo gli eredi di Martinez denunciarono il fatto al sindaco, pensando di sporgere denuncia verso ignoti con l’accusa di vandalismo.
Dopo un paio di settimane, esattamente il 21 di agosto, la notizia fu pubblicata sull’edizione cartacea del quotidiano Heraldo de Aragón, che risolveva il mistero che riguardava l’autrice dell’intervento, la signora Cecilia Gimenez, per l’appunto. Nelle ore successive la notizia venne ripresa dai quotidiani spagnoli: ne parlarono El Mundo e El País. Il blog del Centro de Estudios Borjanos fu letteralmente assaltato: come riporta lo stesso blog, prima in un articolo del 22 agosto, poi in uno successivo del 24, le visite passarono dalle solite 500 circa a oltre 40 mila in un giorno. Il Centro registrò anche una serie di chiamate da giornalisti di tutto il mondo, dalla Nuova Zelanda al Canada.
La notizia, nel frattempo, superò la sua diffusione sui siti di informazione locali, nazionali e internazionali. In poche ore, infatti, fu presa come spunto per una serie di battute ironiche, parodie e rifacimenti che si diffusero attraverso i social network, Facebook e Twitter in testa. Un gruppo su Facebook creato il 21 agosto e intitolato Señoras que restauran Cristos de Borja raggiunse in poche ore i 20 mila like (al momento è intorno a 30 mila). Sulla sua bacheca, gli utenti pubblicano decine di versioni del meme inventato per l’occasione, incollando il viso mostruoso del Cristo disegnato dalla signora Gimenez su una serie di immagini celebri: dalla foto di Che Guevara all’Ultima cena di Leonardo da Vinci.
Su Twitter, invece, gli utenti hanno postato decine di parodie dell’Ecce Homo sfigurato, utilizzando l’hashtag #eccemono, ottenuto storpiando l’originale “Homo” in “Mono”, che in spagnolo significa scimmia. Tra le decine di rivisitazioni dell’affresco ce ne sono molte che utilizzano facce di personaggi famosi, di film o di serie televisive.
Il fenomeno ha poi avuto declinazioni ancora più interattive e ironiche, come quella “artistica” del blog spagnolo TagArtWork, che si occupa di creatività e pubblicità: il blog ha creato un sito internet interattivo che si chiama Ecce Homo Restaurator, in cui ognuno può intervenire a piacimento sull’affresco di Elias Garcia Martinez, prendendo spunto dall’originale o dalla “versione” di Cecilia Gimenez. Da segnalare è anche la provocatoria raccolta di firme lanciata da un tale di nome Javier Domingo, il cui obiettivo è salvaguardare il lavoro di Cecilia Gimenez così com’è. La petizione, come segnala El Mundo, ha raggiunto già le 1550 firme e sarà presentata al comune di Borja.
Nel frattempo l’anziana parrocchiana è finita suo malgrado su tutte le prime pagine del mondo, e in queste ore, come riporta El Mundo, si trova a letto, in casa sua, colpita da una crisi di ansia. Secondo quanto ha detto alla polizia, la sua non è stata un’iniziativa personale, ma presa d’accordo con il parroco. In ogni caso, ha ribadito Cecilia Gimenez in diverse interviste, il suo tentativo di restauro era in buona fede.