La contestazione di Shin A Lam
Una schermitrice sudcoreana alle Olimpiadi è rimasta oltre un'ora sulla pedana, disperata, contestando il punto che l'ha fatta perdere
Una schermitrice della Corea del Sud, Shin A Lam, ha contestato il risultato della semifinale di spada contro la tedesca Britta Heidemann.
Le due atlete stavano sul 5-5 ai tempi supplementari: se il tempo fosse scaduto, per via del regolamento avrebbe vinto l’atleta sudcoreana, che aveva ottenuto la cosiddetta “priorità”. Nei tempi supplementari chi mette a segno la prima stoccata vince. Dopo una serie di attacchi simultanei, senza punti, si è arrivati a un secondo dalla fine. Attenzione: il cronometro della scherma non prevede decimi e centesimi. Quindi mancava forse meno di un secondo intero, tanto che quanto il tempo è ripartito, è scaduto subito senza che le due atlete si muovessero. Shin A Lam credeva di avere vinto. I giudici però hanno dato un altro secondo pieno. Il tempo è ripartito e moltissimi – e tra questi anche l’atleta sudcoreana – hanno avuto la sensazione che il secondo sia durato molto più di un secondo, come se il cronometro fosse partito in ritardo: e l’atleta tedesca ha avuto il tempo di mettere a segno una stoccata e vincere l’incontro.
La sudcoreana ha subito contestato il punto e, come da regolamento, ha aspettato la decisione sulla pedana. Ed è stata una scena tristissima: Shin A Lam seduta e sconsolata, in lacrime, ancora con la spada in mano, è stata seduta sulla pedana oltre un’ora. Quando un dirigente della federazione le ha chiesto di lasciare la pedana, lei ha inizialmente rifiutato. È andata via quando altri dirigenti, con cortesia e buon senso, sono andati a spiegarle che doveva scendere e che altrimenti rischiava l’espulsione. Quando ha lasciato la pedana, in lacrime, è stata applaudita dal pubblico e abbracciata dal suo allenatore. Poi si è giocata il bronzo, e ha perso 15-11.