Si dice Repubblica Ceca o Cechia?
E come si è dissolta la Cecoslovacchia? Perché? Una piccola guida storica, dopo la vittoria della nazionale ceca di ieri sera
Ieri sera agli Europei di calcio la Repubblica Ceca ha vinto per 1-0 contro i padroni di casa della Polonia e si è qualificata alla seconda fase del torneo. La Repubblica Ceca è un paese nato di recente, precisamente nel 1993, da una scissione che si è rivelata una delle più pacifiche della storia, tanto che è stato chiamato “il divorzio di Velluto” (dalla Rivoluzione di Velluto del ceco Václav Havel contro l’Unione Sovietica). Lo stato che la comprendeva si chiamava Cecoslovacchia, da cui, il 1 gennaio 1993 sono nate la Repubblica Ceca, con capitale Praga, e la Slovacchia, con capitale Bratislava.
Il nome
Il nome della Repubblica Ceca deriva dal popolo slavo dei Cechi, i cui antenati, dal VI secolo, hanno occupato le regioni di Boemia, Moravia e Alta Slesia. L’etimologia si ferma qui, perché non si sa con certezza per quale motivo queste popolazioni venissero chiamate cechi. Alcuni dicono che il nome derivi da un loro leader, Čech, che anni prima li portò in Boemia. Ad ogni modo i Cechi della Boemia nel IX secolo assoggettarono altri popoli intorno e crearono uno stato Ceco-Boemo.
Spesso, però, come si sente anche durante le telecronache delle partite di calcio, la Repubblica Ceca viene chiamata anche Cechia. Nonostante il primo nome ufficiale sia stato Repubblica Ceca, nel tempo si è accettato a livello istituzionale anche Cechia e i suoi corrispettivi in altre lingue, tant’è che attualmente lo stesso Ministero degli Esteri della Repubblica Ceca spesso preferisce il termine usare il termine Česko, ossia Cechia.
Česko, in realtà, è il termine in ceco che racchiude tutte le regioni ceche, ossia Boemia, Moravia e Slesia ceca. Il suo primo uso documentato risale addirittura al 1777, ma divenne ufficiale solo nel 1918, con l’indipendenza della Cecoslovacchia, ossia Česko-Slovensko, dopo la dissoluzione dell’Impero Austro-Ungarico (prima gli austriaci controllavano l’area della Repubblica Ceca, mentre gli ungheresi la Slovacchia).
Se l’italiano ha due varianti, ovvero quella prevalente Repubblica Ceca e la meno utilizzata Cechia, nelle altre lingue le cose sono un po’ diverse: il tedesco usa quasi unicamente il corrispettivo del secondo, ossia Tschechien, e lo stesso fanno il russo e il bulgaro (Чехия, cioè Chekhia), il greco (Τσεχία, Tsechia), il bosniaco, il macedone, il croato, lo sloveno e il serbo con Češka, le lingue nordiche (Tsjekkia in norvegese, Tjeckien in svedese, Tjekkiet in danese), l’olandese Tsjechië e l’albanese Çeki. Come l’italiano, il francese e l’inglese preferiscono invece di gran lunga i corrispettivi di Repubblica Ceca e non Tchéquie o Czechia. Lo spagnolo, al contrario, li usa un po’ tutti e due, e cioè República Checa e Chequia.
Tuttavia, ogni tanto c’è ancora chi chiama la Repubblica Ceca Cecoslovacchia, e questo capita anche a personaggi molto famosi. Qualche anno fa, durante la campagna elettorale per le elezioni presidenziali americane del 2008, il candidato repubblicano John McCain, durante un discorso, citò la “Cecoslovacchia”, nonostante non esistesse più da circa 15 anni.
Un po’ di storia
Come dicevamo, dunque, dopo l’indipendenza dall’Impero Austro-Ungarico nel 1918, la Cecoslovacchia fu di nuovo un paese unito e indipendente, nonostante differenze piuttosto sostanziali tra i due popoli. Anche se cechi e slovacchi possiedono tuttora lingue simili e sotto l’Impero Austro-Ungarico fossero comunque due aree molto industrializzate, già alla fine del XIX secolo erano molto differenti, a causa del diverso stato di sviluppo delle regioni e delle diverse dominazioni (austriaci per i cechi, ungheresi per gli slovacchi), ma anche per altre cause (che vedremo dopo).
Nonostante le differenze culturali, gli slovacchi condividevano con i cechi le aspirazioni di indipendenza dallo stato asburgico e così i due popoli si unirono idealmente nella loro causa. Tuttavia, la maggioranza degli slovacchi non voleva fondersi con i cechi in un unico stato centrale e ben presto, nel marzo 1939, con l’aiuto di Adolf Hitler e della Germania nazista, si staccarono dai cechi e proclamarono la cosiddetta Prima Repubblica Slovacca. Dopo la Seconda Guerra Mondiale però, l’Unione Sovietica occupò i due paesi e ordinò la riunificazione.
In teoria, nel 1968, la Costituzione cecoslovacca venne modificata in base a un modello federale simile a quello in vigore fino al 1917. Ma negli anni Settanta del Novecento, durante il periodo di “normalizzazione” e dunque di annullamento delle riforme verso un controllo sovietico molto più rigido, tutto il potere tornò praticamente a Praga. Questo ritorno a un forte centralismo favorì i separatisti, che quindi conquistarono molto consenso in quegli anni.
Poi, con la Rivoluzione di Velluto nel 1989, venne meno il “collante” sovietico e i due paesi si allontanarono sempre di più, nonostante importanti politici come Václav Klaus e lo stesso eroe della Rivoluzione di Velluto e presidente cecoslovacco Havel fossero contrari e provarono, senza successo, a raggiungere un accordo di carattere federale che andasse bene ai due paesi (Havel addirittura si dimise il 20 luglio 1992, prima di assistere alla dissoluzione della sua Cecoslovacchia da presidente). Alla fine, i due paesi decisero consensualmente di separarsi il 31 dicembre 1992, e la Cecoslovacchia venne ufficialmente dissolta.
Le motivazioni della dissoluzione della Cecoslovacchia e della nascita della Repubblica Ceca
Sono diverse e spesso risalgono a cause molto antiche. Innanzitutto, come già detto in precedenza, c’entra la riluttanza di molti slovacchi a riunirsi in un unico stato con i cechi, anche per le loro concessioni minime in campo federalista nel tempo. Dall’altra parte, invece, molti cechi non hanno mai perdonato l’alleanza degli slovacchi con Hitler nel 1939 e, dopo la guerra, molti non erano d’accordo sul fatto di dover contribuire economicamente allo sviluppo degli slovacchi, che quindi ben presto divennero anche un fardello per cechi. I singoli nazionalismi nei due paesi (soprattutto tra gli slovacchi) non migliorarono di certo le cose.
Inoltre, dopo la Primavera di Praga nel 1968, il dominio comunista lacerò ulteriormente il fragile sistema federale in vigore tra cechi e slovacchi che tra l’altro aveva diverse falle che non favorivano di certo l’armonia tra i due popoli. Dopo le elezioni libere del 1992, poi, gli scenari dei due paesi erano politicamente poco conciliabili. Infine, i due paesi erano relativamente inesperti dal punto di vista democratico e quindi, a parte alcuni personaggi come Havel, non si impegnarono a fondo per una soluzione federalista di stampo canadese o belga, che concedesse molte più libertà agli slovacchi pur rimanendo, almeno sulla carta, uniti in un singolo stato.
nella foto, la squadra della Repubblica Ceca, ieri sera (ODD ANDERSEN/AFP/GettyImages)