La guerra delle mappe
Perché Apple ha abbandonato Google Maps e ha stretto un accordo con TomTom per il nuovo navigatore satellitare dell'iPhone
di Emanuele Menietti – @emenietti
Apple ha stretto un accordo per le sue nuove mappe con TomTom, produttore olandese di navigatori satellitari. La notizia è stata diffusa ufficialmente poche ore dopo l’evento di apertura della Worldwide Developers Conference (WWDC) di lunedì a San Francisco, in cui i principali dirigenti di Apple hanno presentato una serie di nuovi prodotti tra cui l’ultima versione di iOS, il sistema operativo che fa funzionare gli iPhone, gli iPad e gli iPod Touch. Nel corso della presentazione la società ha annunciato che sul nuovo iOS 6, disponibile dal prossimo autunno, non ci saranno più le mappe di Google Maps, ma un’applicazione totalmente nuova per le informazioni geografiche realizzata da Apple. Le mappe sono uno dei servizi più importanti nel settore dei dispositivi mobili e la società vuole distanziarsi il più possibile da Google, la cui concorrenza si è fatta molto agguerrita con il sistema operativo Android.
Negli ultimi anni, Apple e Google sono diventati i principali concorrenti nel settore degli smartphone. Apple grazie agli iPhone e Google grazie alle decine di diversi dispositivi mobili che usano Android e che sono realizzati dalle società con cui collabora. Nelle retrovie ci sono anche Nokia e RIM, il produttore dei BlackBerry, che si sono mosse in ritardo e cercano ora di recuperare terreno. Fino a ora, Google ha dominato l’area legata ai servizi di navigazione geografica sui dispositivi mobili: oltre a essere presente su Android, la sua applicazione per le mappe è installata come predefinita su tutti i dispositivi mobili di Apple.
Solo negli Stati Uniti, si stima che Google Maps sia utilizzato dal 90 per cento dei possessori di iPhone. Per Google si è trattato fino a ora di una condizione molto conveniente: l’applicazione per le mappe contribuisce ad attirare gli utenti verso altri servizi della società per i dispositivi mobili, cosa che si traduce in ricavi derivanti dalla pubblicità. In compenso Apple può offrire ai propri utenti mappe sempre aggiornate, immagini satellitari e altri servizi geografici grazie a Google senza essere costretta a investire molto tempo e denaro per la loro gestione. Si è trattato per anni di un buon compromesso tra le esigenze delle due società, ma con il progressivo affermarsi di Google, e la storica tendenza di Apple ad avere il massimo del controllo sui propri prodotti, gli equilibri sono cambiati fino a rendere inevitabile la separazione.
Negli ultimi tempi, Apple si è data da fare per raggiungere una maggiore autonomia nel settore cruciale delle mappe. Ha acquisito alcune società di piccole e medie dimensioni molto promettenti nell’elaborazione delle mappe e nella produzione di software per la navigazione, senza fare particolare pubblicità a queste operazioni. Poi si è rivolta a TomTom per trovare un accordo e ottenere i dati più importanti per costruire la sua nuova serie di servizi. La scelta di TomTom non è stata certo casuale: la società olandese è uno dei principali produttori al mondo di sistemi per la navigazione satellitare, offre applicazioni per gli iPhone e dal 2007 controlla TeleAtlas, società specializzata nella produzione di mappe digitali.
Almeno per quanto riguarda i dati geografici, la sfida tra Google e Apple è per ora alla pari. TomTom, sempre attraverso TeleAtlas, fornisce i propri servizi anche a Google, ma l’accordo scade tra un anno e potrebbe non esserci un rinnovo. L’azienda californiana è al lavoro per mettere insieme un proprio sistema di mappe completamente autonomo e basato su altri dati. TomTom potrebbe quindi compensare la probabile perdita di un grande cliente come Google fornendo servizi in esclusiva, molto redditizi, ad Apple e superando la crisi nel settore dei navigatori satellitari tradizionali.
La società olandese iniziò a produrre i propri navigatori a partire dal 2004, ottenendo un buon successo sia in Europa sia negli Stati Uniti fino al 2008, con ricavi intorno agli 1,67 miliardi di euro. Dall’anno seguente la concorrenza degli smartphone con le loro applicazioni per le mappe si è fatta sentire, e la società ha assistito a una riduzione sensibile dei ricavi. Nel 2011 sono stati pari a 1,27 miliardi di euro a causa delle minori vendite di navigatori satellitari, compensate solo in parte dagli accordi stretti con i produttori di smartphone per la fornitura di sistemi di navigazione. TomTom offre i propri contenuti a buona parte delle società del settore come Samsung e HTC.
Secondo gli analisti, l’accordo con Apple potrebbe rivelarsi molto redditizio per TomTom, considerate le decine di milioni di iPhone e iPad venduti ogni anno e la fama del marchio. La nuova applicazione per le mappe, che dà anche istruzioni passo passo come un tradizionale navigatore, potrebbe però avere un impatto sulle vendite dei navigatori classici e delle app di TomTom, che sono a pagamento e costituiscono una voce molto importante nei bilanci dell’azienda. Dopo la notizia dell’accordo con Apple, le azioni di TomTom sono aumentate del 16 per cento in borsa, ma occorre ricordare che nell’ultimo mese avevano perso quasi il 30 per cento del loro valore, proprio a causa delle incertezze sul futuro del produttore.
La nuova applicazione di Apple sarà pronta insieme con il nuovo iOS 6 e sembra essere molto promettente, almeno stando alla presentazione di lunedì scorso. La possibilità di progettare il sistema appositamente per iPhone e iPad ha permesso ad Apple di apportare alcune modifiche che rendono più semplice la consultazione delle mappe, a partire dalla possibilità di farle ruotare sullo schermo e di orientare il nome delle vie e dei luoghi a seconda del punto da cui li si sta leggendo. Il sistema per lo zoom è stato rivisto e dovrebbe permettere di effettuare più rapidamente gli ingrandimenti e, nelle città, mostrare la forma dei singoli edifici (cosa che del resto avviene già su Google Maps).
Andando per conto proprio Apple dovrà rinunciare a Street View, il servizio di Google che serve per vedere le mappe a livello stradale, con fotografie a 360 gradi utili per avere informazioni visive immediate e più dettagliate. Per compensare, Apple offrirà un servizio per vedere le mappe a volo d’uccello: l’idea ricorda molto quella di Google Earth, ma dalla dimostrazione di lunedì sembra che le foto saranno molto più definite e le ricostruzioni tridimensionali più realistiche. Dalle nuove mappe mancherà anche l’enorme serie di dati geografici raccolta da Google su negozi, locali e altri servizi che permette di trovare rapidamente un determinato luogo cercandone il nome. Anche in questo caso Apple ha deciso di compensare stringendo accordi con altre società che catalogano luoghi, come Yelp, e realizzando schede esteticamente più curate ed efficaci sugli esercizi commerciali. Avere in tempi rapidi una cospicua serie di dati su tutto il mondo non sarà comunque semplice.
La funzione più interessante delle nuove mappe è quella di poter ottenere indicazioni passo passo come avviene sui comuni navigatori satellitari. Si imposta la destinazione, e l’iPhone / iPad scarica le informazioni e le mappe necessarie per raggiungerla. Le indicazioni vengono mostrate sullo schermo con una serie di animazioni molto efficaci e una voce annuncia le svolte da effettuare. Diversi smartphone Android hanno una soluzione simile grazie a Google Maps, ma quella di Apple potrebbe rivelarsi una soluzione più appetibile anche grazie alla presenza di Siri. L’assistente automatico degli iPhone è stato integrato nel navigatore, che può quindi ricevere comandi vocali non solo per impostare la destinazione, ma anche per modificare il percorso o avere altre informazioni, come il luogo più vicino in cui fare benzina.
Abbandonando Google, Apple ha ulteriormente chiarito di voler distinguere nettamente i propri servizi da quelli della concorrenza. I rapporti tra le due società peggiorarono in seguito alla decisione di Google di entrare nel mercato degli smartphone con Android. Come racconta Walter Issacson nel suo libro biografico su Steve Jobs, l’allora amministratore delegato della società andò su tutte le furie quando vide le prime versioni del sistema operativo per cellulari della concorrenza. Riteneva che Google avesse compiuto un’invasione di campo in un settore che prima non esisteva e che Apple aveva da poco messo in piedi. Secondo Jobs, Android era, almeno nelle sue prime versioni, uno smaccato plagio di iOS portato avanti da una società che fino ad allora si era principalmente occupata di servizi per il Web e ricerche online. Negli anni seguenti Jobs ammorbidì le proprie posizioni nei confronti di Google, ma mantenne sempre una certa insofferenza per come erano andate le cose con Android.
Le scelta di Apple sulle mappe era prevedibile e secondo diversi analisti inevitabile. Per il produttore degli iPhone si tratta di una grande sfida, anche perché dovrà cercare di offrire un servizio predefinito al livello di quello di Google partendo praticamente da zero. Salvo cambiamenti delle regole per quanto riguarda l’App Store, l’attuale situazione non impedirà comunque a Google di realizzare una propria applicazione alternativa per le mappe sugli iPhone e gli iPad, puntando sull’abitudine e la familiarità degli utenti con i suoi sistemi maturata in questi anni. Apple ha il difficile compito di dimostrare di poter offrire un prodotto migliore e con funzionalità che facciano dimenticare almeno in parte quelle di Google Maps, per ora presenti ovunque.