La Juventus e la “terza stella”
Che cosa dicono norme e regolamenti sulle intenzioni della Juve di raffigurare sulle proprie maglie anche gli scudetti revocati nel 2006
La vittoria dello scudetto da parte della Juventus ha fatto tornare d’attualità il problema del conteggio dei suoi campionati vinti, e quindi anche della cosiddetta “terza stella”.
La Juventus ha vinto sul campo 30 scudetti ma due di questi sono stati revocati durante il cosiddetto caso “Calciopoli” (uno di questi è stato addirittura assegnato all’Inter). Gli scudetti della Juventus sono quindi formalmente 28 ma oggi il presidente della società, Andrea Agnelli, ha detto che «i tifosi della Juventus avranno delle belle sorprese: sono sicuramente 30 gli scudetti vinti sul campo, anche la Procura di Napoli ha detto che il campionato 2004/05 non è stato alterato e quello 2005/06 non è stato investigato». Ieri il direttore generale e amministratore delegato della Juventus, Beppe Marotta, aveva ribadito che quello di ieri è «lo scudetto numero 30». Anche la Stampa, il maggior quotidiano torinese, considera esplicitamente trenta gli scudetti della Juventus.
Tradizionalmente, ogni stella posta sulla maglia delle squadre di calcio italiane rappresenta 10 scudetti. Solo tre squadre in Italia in questo momento hanno delle stelle sulle loro maglie: l’Inter ne ha una (18 scudetti), il Milan ne ha una (18 scudetti), la Juventus ne ha due. Gli scudetti delle stagioni 2004-2005 e del 2005-2006 le sono stati tolti nel 2006 in base a una contestata sentenza, emessa da tutti i gradi della giustizia sportiva, per slealtà sportiva e illecito strutturale.
Al di là delle questioni di opportunità e delle ragioni o dei torti della Juventus nel cosiddetto caso “Calciopoli”, le norme che regolano le divise delle squadre di Serie A non citano la parola “stella” e la relativa tradizione, quindi teoricamente ogni squadra sarebbe libera di regolarsi come vuole. Tuttavia, l’articolo 1 comma 2 del regolamento della Lega Serie A sulle maglie dice che “tutto ciò che non è esplicitamente consentito dal presente regolamento deve intendersi come espressamente vietato”. Questo perché la Lega controlla minuziosamente tutte le divise da gioco delle squadre prima che il campionato inizi, anche per quanto riguarda la grandezza degli sponsor ed eventuali slogan politici (che sono vietati). Inoltre, l’azienda fornitrice dell’abbigliamento della squadra di calcio – la Nike, per la Juventus – è tenuta a fornire alla Lega “ogni più ampia spiegazione su marchi, nomi ed elementi grafici” della maglia stessa.
Il presidente della federazione calcistica italiana, Giancarlo Abete, ha già detto in passato che le autorità risponderanno alle richieste della Juventus “nel rispetto delle regole”. Sembra scontato, quindi, che la Federcalcio e la Lega non accettino un simbolo sulla maglia di una squadra di Serie A che sia palesemente in contrasto con le sentenze della loro giustizia sportiva. L’unica possibilità per la Juventus, a questo punto, sarebbe quella di inserire la terza stella nel disegno stesso della maglia e non come cucita sulla divisa, ma questo sarebbe un espediente piuttosto rischioso, sia in termini di marketing che di costi. Ad ogni modo, Abete ha detto che la Federazione è pronta a discutere di questo caso e dunque è probabile che nei prossimi giorni inizieranno le prime trattative.
La tradizione della stella sulla maglia è stata introdotta proprio da uno juventino, Umberto Agnelli, quando nel 1958 la Juventus vinse il suo decimo scudetto. Da quel momento in poi la tradizione è stata adottata senza entrare mai ufficialmente nel regolamento della Lega, anche se è servito sempre il suo tacito consenso per cucire le stelle sulle maglie.
nella foto: Giorgio Chiellini della Juventus, al centro, durante i festeggiamenti di ieri (ALBERTO PIZZOLI/AFP/GettyImages)