Due giorni al ballottaggio in Francia
Il candidato centrista Bayrou ha dato l'appoggio a Hollande con una decisione definita "storica", nei sondaggi il distacco con Sarkozy si riduce
Domenica 6 maggio si voterà per il secondo turno delle elezioni presidenziali francesi, nel ballottaggio tra François Hollande del Partito socialista e il presidente uscente Nicolas Sarkozy, conservatore.
I sondaggi, che al primo turno si sono dimostrati parzialmente inaffidabili, danno ancora in vantaggio Hollande di 5-6 punti percentuali, il distacco più basso dall’inizio della campagna elettorale (dopo il primo turno i sondaggi gli davano circa 10 punti di vantaggio). Il dibattito televisivo del 2 maggio non ha spostato gli equilibri come sperava Sarkozy e non ha dato un “vincitore” chiaro: per Hollande questa è già una vittoria, visti il suo minor carisma e la sua riconosciuta minore abilità in campagna elettorale rispetto a Sarkozy.
L’UMP, il partito di Sarkozy, ha tenuto ieri a Bordeaux uno degli ultimi eventi della campagna elettorale: erano presenti tutti i suoi principali esponenti, tra cui François Fillon, Alain Juppé e Jean-François Copé. Nonostante le dichiarazioni di fiducia e di sostegno a Sarkozy, tutti i giornali francesi parlano oggi delle trattative e dei discorsi che avrebbero iniziato a fare i vertici del partito per preparare il “dopo” Sarkozy, dando quasi per certa la sconfitta al secondo turno.
Ieri sera François Bayrou, il candidato centrista del MoDem (Mouvement Démocrate), ha parlato ai suoi sostenitori a Parigi e ha detto che nel ballottaggio appoggerà François Hollande: non si è trattato però di una “indicazione di voto”, come ha specificato lo stesso Bayrou, ma solo di un “giudizio personale”. Bayrou ha voluto sottolineare comunque la sua distanza dal candidato socialista, ma ha citato esplicitamente la recente svolta a destra nei discorsi di Sarkozy, e in particolare le parole dure sull’immigrazione, a motivo della sua scelta di appoggiare Hollande. La maggioranza del suo partito sembra appoggiare la sua scelta, mentre il suo elettorato appariva fino a ieri più equamente diviso tra i due candidati, nelle intenzioni di voto del secondo turno (con un’alta percentuale di astenuti).
Le Monde ha descritto la mossa di Bayrou come un “colpo di scena” e ne ha parlato come di una “storica rottura” tra la destra francese e il candidato centrista, che ha una lunga esperienza politica alle spalle e che ottenne il 18,5 per cento dei voti al primo turno delle presidenziali nel 2007 (quest’anno si è fermato al 9 per cento). La decisione di ieri è stata interpretata come la fine di un lungo percorso di differenziazione e di presa di distanza di Bayrou e del suo partito moderato dalla destra gaullista dell’UMP.
Intanto Jean-Luc Mélenchon, il candidato del Fronte della sinistra che ha preso l’11 per cento dei voti al primo turno, continua a fare campagna elettorale per Hollande, che è stato suo compagno di partito nel Partito Socialista prima che Mélenchon se ne andasse nel 2008.
Tra gli elettori di Marine Le Pen al primo turno (che ha preso quasi il 18 per cento dei voti), la candidata del Fronte Nazionale di estrema destra, la maggioranza sembra intenzionata a votare Sarkozy (poco più del 50 per cento, secondo i sondaggi). Ma molti hanno detto che al prossimo turno preferiranno astenersi, anche perché gran parte della campagna elettorale di Le Pen si è incentrata sulla distanza da entrambi i candidati e sul presentarsi come “unica alternativa” ai due partiti principali.
– Gli articoli del Post sulle presidenziali francesi
foto: BERTRAND LANGLOIS/AFP/GettyImages