Standard & Poor’s declassa la Spagna
L'agenzia ha tagliato il rating da A a BBB+, elogiando il governo Rajoy ma criticando la gestione europea della crisi
L’agenzia di rating Standard & Poor’s ha declassato il rating sul debito sovrano della Spagna riducendolo di due “scalini”, i cosiddetti notch, da A a BBB+. L’agenzia ha inoltre messo il debito della Spagna in “outlook negativo”, lasciando intendere che potranno seguire nuovi declassamenti e sostenendo che il governo potrebbe aumentare l’indebitamento del paese pur di dare qualche sostegno al settore bancario del paese.
Secondo Standard & Poor’s l’economia spagnola si contrarrà quest’anno dell’1,5 per cento, nonostante le iniziali previsioni parlassero di una crescita dello 0,3 per cento. Similmente, nonostante una previsione di crescita dell’1 per cento per il 2013, secondo l’agenzia di rating l’anno prossimo l’economia spagnola continuerà a contrarsi, ma dello 0,5 per cento. Standars & Poor’s si è espressa anche sulla situazione nel resto d’Europa, dicendo che
“dal nostro punto di vista, la strategia di gestione della crisi del debito europea continua a mancare di efficacia. Le condizioni del credito e le prospettive economiche della Spagna potrebbero deteriorarsi ancora, oltre quanto avevamo anticipato all’inizio dell’anno, a meno che non vengano introdotte nell’eurozona delle misure compensative e anticicliche per sostenere la fiducia degli investitori e stabilizzare i flussi di capitale col resto del mondo”.
L’agenzia di rating ha comunque elogiato alcune delle cose fatte in questi mesi dal nuovo governo spagnolo di Mariano Rajoy.
“Nonostante le sfavorevoli condizioni economiche, crediamo che il nuovo governo abbia affrontato di petto la situazione e approvato una serie di riforme strutturali che nel lungo termine sosterranno la crescita economica. In particolare, le autorità hanno implementato una vasta riforma del mercato del lavoro, che a nostro avviso ridurrà molte delle rigidità strutturali esistenti e migliorerà la flessibilità e l’equilibrio dei salari”.
Standard & Poor’s fa qui riferimento alla contestata riforma del lavoro del ministro Rajoy. La riforma prevede la possibilità di licenziamenti più facili per le aziende in crisi, sgravi fiscali per le aziende che assumono persone con meno di 30 anni e con più di 45 anni, divieto di estendere oltre i 24 mesi i contratti a tempo determinato, creazione di un fondo per la formazione dei lavoratori. La Spagna ha un tasso di disoccupazione del 23 per cento, il più alto di Europa, che tra i giovani sfonda il 50 per cento.
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foto: ERIC PIERMONT/AFP/Getty Images