Il tesoriere della Lega si è dimesso
Francesco Belsito è indagato per riciclaggio, appropriazione indebita e truffa aggravata ai danni dello Stato, anche per la storia degli investimenti in Tanzania
21,54. L’ANSA descrive il contenuto delle carte dell’accusa contro il tesoriere della Lega Francesco Belsito: si parla di soldi pubblici gestiti «nella più completa opacità» da almeno otto anni. Sono sotto indagine gli investimenti in Tanzania e Cipro e i rendiconti elettorali sospettati di essere stati “truccati”. Dice l’Ansa: “come emerge da una serie di intercettazioni riportate in un’informativa del Noe, Belsito avrebbe anche usato soldi pubblici per contribuire alle spese per gli svaghi dei figli del Senatur, ma anche in parte per la moglie di Bossi e per Rosi Mauro (non sono indagati): cene, alberghi e viaggi. E la ristrutturazione della villa di famiglia a Gemonio. In un’intercettazione, infatti, si sente dire che quelle spese vanno a finanziare «i costi della famiglia»”.
Aggiornamento 20,59. Francesco Belsito si è dimesso dall’incarico di tesoriere della Lega Nord. Un’agenzia ANSA riferisce questo:
Il tesoriere della lega Francesco Belsito, indagato a Milano per appropriazione indebita e truffa ai danni dello Stato, avrebbe utilizzato parte dei fondi del partito per pagare i lavori di ristrutturazione della villa di Gemonio del leader del Carroccio Umberto Bossi. È quanto emerge, secondo indiscrezioni, dall’inchiesta milanese.
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Il tesoriere della Lega, Francesco Belsito, è indagato per appropriazione indebita, truffa aggravata ai danni dello Stato e riciclaggio. Di Belsito si era parlato molto nei mesi scorsi quando era venuta fuori la notizia degli investimenti della Lega in Tanzania e a Cipro, che sono al centro dell’inchiesta.
MILANO – Il tesoriere del partito di Bossi, Francesco Belsito, è indagato per le ipotesi di reato di appropriazione indebita e truffa aggravata ai danni dello Stato, proprio in relazione ai finanziamenti pubblici che la Lega percepisce come rimborsi elettorali. Sono anche indagate, in una operazione congiunta tra le procure di Milano, Napoli e Reggio Calabria, alcune delle persone che hanno gestito le contestate operazioni finanziarie della Lega in Tanzania e a Cipro. Belsito, a quanto si legge nel decreto di perquisizione eseguito dai finanzieri del nucleo tributario di Milano, avrebbe distratto soldi pubblici «per sostenere i costi della famiglia Bossi». Si legge «di esborsi effettuati per esigenze personali di familiari del leader della Lega Nord. Esborsi in contante o con assegni circolari o attraverso contratti simulati».
MARONI – «È il momento di cogliere l’occasione di fare pulizia, perché queste cose fanno male alla Lega e ai suoi militanti», è stato il commento a caldo dell’ex ministro dell’Interno Roberto Maroni, che auspica le dimissioni di Belsito. Belsito avrebbe, da quanto si è appreso, avuto comportamenti illeciti anche quando era sottosegretario alla semplificazione nel governo Berlusconi.
LE PERQUISIZIONI – I tre uffici giudiziari, coordinati dal procuratore aggiunto di Milano, Alfredo Robledo, e dai pm Roberto Pellicano e Paolo Filippini – con la Guardia di Finanza -, dai pm Henry John Woodcock e Piscitelli per Napoli – con i carabinieri del Noe – e dal pm Lombardo di Reggio Calabria – con i poliziotti della Dia -, hanno disposto una perquisizione, eseguita da militari della Guardia di Finanza e dai carabinieri, negli uffici di Belsito in via Bellerio, sede della Lega, per acquisire alcuni documenti. Belsito è da tempo al centro di polemiche una serie di «stranezze» che lo riguardano, dal diploma taroccato a Napoli alle lauree fantasma, dal giro di assegni all’investimento in Tanzania.
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foto: LaPresse