Le foto delle proteste in Afghanistan
Sono iniziate tre giorni fa dopo che i militari americani avevano ammesso di aver bruciato alcune copie del Corano, finora sono morte 7 persone
Da alcuni giorni in molte città afghane, in particolare a Kabul e Jalalabad, centinaia di persone stanno manifestando contro i militari americani. Le manifestazioni hanno avuto inizio quando il comandante delle forze armate statunitensi in Afghanistan, il generale John Allen, si è scusato ufficialmente per il fatto che alcuni soldati americani avessero buttato alcune copie del Corano in un inceneritore presso la base aerea militare di Bagram, vicino a Kabul. Alcuni afghani del posto ne avevano trovato i resti fra i rifiuti. Secondo quanto si apprende, le copie del Corano erano state ritirate perché venivano usate dai prigionieri talebani per scambiarsi messaggi, ma sono state bruciate “per errore”. Anche il ministro della Difesa, Leon Panetta, si è scusato condannando quanto accaduto “nel più forte modo possibile”.
Durante le proteste, che in molti casi sono diventate violente, sono morte sette persone: una a Kabul, una a Jalalabad, quattro nella provincia di Parwan – dove la polizia ha sparato contro la folla – e una in quella di Logar. La polizia ha usato i cannoni ad acqua per disperdere la folla e secondo alcuni testimoni avrebbe anche sparato in aria. Il presidente afghano Hamid Karzai ha invitato i cittadini a porre fine alle aggressioni contro le basi americane e i poliziotti a non usare la violenza contro i manifestanti. Nel frattempo l’ambasciata americana a Kabul è chiusa da ieri – nessuno entra o esce – e i viaggi verso il Paese sono stati sospesi. Oggi il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha telefonato a Karzai e si è scusato per le copie del Corano bruciate.