Truffaut, guida minima per iniziare
Il 6 febbraio 1932 nacque il più grande regista francese di sempre: cinque cose per fare bella figura
Il 6 febbraio 1932 nacque a Parigi François Truffaut, uno dei più importanti registi francesi del XX secolo e tra i maggiori rappresentanti della corrente cinematografica francese della Nouvelle Vague, oltre che straordinario intellettuale e teorico del cinema.
1. Biografia minima
Truffaut ebbe una gioventù difficile e lasciò la scuola per iniziare a lavorare a 14 anni. Ma il ragazzo aveva una grande passione per il cinema fin da quando vide il suo primo film, a 8 anni, e un anno dopo aver lasciato la scuola fondò un club cinematografico. Venne notato da un celebre critico cinematografico, André Bazin, che divenne il suo primo finanziatore e protettore, trovandogli un lavoro nel 1953 nella redazione della rivista Cahiers du Cinema. Sulla rivista, Truffaut pubblicò saggi critici e teorici di grande importanza per la storia del cinema, e si diede da fare con recensioni pesantissime nei confronti dei film dei registi suoi contemporanei, attirandosi molte antipatie (negli anni Settanta, Truffaut litigò furiosamente con Godard, forse l’altro regista francese più famoso dell’epoca).
La sua carriera cinematografica iniziò nel 1954, con il cortometraggio Une visite. Il suo primo lungometraggio fu I quattrocento colpi, che girò nel 1959 e gli fece guadagnare subito una nomination agli Oscar per la sceneggiatura. Oltre alla sua carriera da regista, durante la quale diresse 21 film, Truffaut recitò anche in diversi film, tra cui una delle parti principali nel celebre Incontri ravvicinati del terzo tipo di Steven Spielberg (1977). Ebbe relazioni e amori con molte attrici dei suoi film, l’ultima quella con Fanny Ardant. Morì di cancro a 52 anni, il 21 ottobre 1984: le sue ceneri sono al cimitero di Montmartre a Parigi.
2. Qualche titolo
I 400 colpi (Les quatre cents coups, 1959)
È il primo dei quattro lungometraggi (e un corto) che Truffaut girò tra il 1959 e il 1979 sul personaggio fortemente autobiografico di Antoine Doinel, che nei film è sempre interpretato dall’attore Jean-Pierre Leaud.
Jules e Jim (Jules et Jim, 1961)
Uno dei primi e più famosi prodotti della Nouvelle Vague, racconta la storia di un triangolo amoroso che all’epoca fece molto scandalo per i suoi contenuti, tanto da rischiare di non essere distribuito in Italia.
La mia droga si chiama Julie (La sirène du Mississippi, 1969)
Anche se al momento della sua uscita nelle sale La mia droga si chiama Julie ebbe poco successo, Truffaut disse di aver girato il suo film precedente Baci rubati (Baisers volés, 1968, il terzo capitolo della saga di Doinel) per ottenere i soldi necessari a comprare diritti di adattamento del romanzo da cui è tratto il film, Waltz Into Darkness di William Irish. Il romanzo, come il film, racconta della storia d’amore morbosa e malata tra un ricco produttore di tabacco e una prostituta che tenta più volte di ingannarlo, ma di cui l’uomo rimane sempre innamorato.
Effetto notte (La Nuit américaine, 1973)
Considerato da molti critici uno dei più bei film della storia del cinema, racconta della lavorazione di un melodramma dal titolo Je vous présente Paméla da parte di un regista di poco talento ma con molta esperienza, Ferrand, interpretato dallo stesso Truffaut.
I 400 colpi e Jules e Jim, insieme a molti altri film di Truffaut, si possono vedere su Mubi, un sito di streaming video orientato verso il cinema d’autore. È richiesta una registrazione e la visione del film ha un prezzo base di 2,99 €.
3. Un libro (e un audio)
Truffaut apprezzava molto diversi registi stranieri, in particolare Alfred Hitchcock, Howard Hawks, Orson Welles e Martin Scorsese. Nel 1962, François Truffaut incontrò e intervistò a lungo sul suo cinema il regista inglese Alfred Hitchcock. Dalle conversazioni uscì un libro molto bello e giustamente famoso, che nella versione italiana si chiama Il cinema secondo Hitchcock (pubblicato da Il Saggiatore).
L’audio completo delle conversazioni è disponibile online. Truffaut parlava in francese, con un’interprete (Helen Scott del French Film Office di New York). Qui un estratto, in cui si parla del film Nodo alla gola (Rope, 1948): vale la pena sentirne anche pochi minuti, per ascoltare le voci di due dei più grandi registi del secolo che parlano tra loro.
(Altri due bellissimi libri su Truffaut sono la raccolta di sue corrispondenze private uscite in Italia col titolo Autoritratto, e I film della mia vita.)
4. Un film
Nel 1966 Truffaut girò l’adattamento cinematografico del celebre romanzo di fantascienza Fahrenheit 451 di Ray Bradbury. Fu il primo film girato a colori e con una grande produzione non francese (il film venne distribuito dalla Universal). Gli effetti speciali appaiono oggi più che datati, ma è un film tra i più inusuali e meno conosciuti del regista.
5. Qualche foto
foto: Francois Truffaut (a sinistra) con l’attore Raf Vallone.
©angeli/lapresse