La sede diplomatica dei talebani in Qatar
Si tratterebbe di un vero e proprio ufficio politico di rappresentanza da cui avviare le trattative con l'occidente e il governo di Kabul. Perché in Qatar?
I talebani hanno annunciato ieri, martedì 3 gennaio, di aver raggiunto un accordo preliminare per aprire una sede diplomatica, un vero e proprio ufficio politico di rappresentanza, a Doha capitale del Qatar e avviare da lì le trattative con l’occidente e il governo di Kabul: «Siamo pronti ad avere ora un ufficio politico oltremare per raggiungere un accordo con la comunità internazionale. A questo riguardo abbiamo stipulato un’intesa preliminare con il Qatar e altre controparti rilevanti», ha detto il portavoce dei talebani, Zabihullah Mujahid. E ha spiegato che «le due parti principali» coinvolte sono «l’Emirato islamico dell’Afghanistan (come si definiscono i talebani) e gli Stati Uniti con i loro alleati».
L’ufficio dei talebani è guardato dall’occidente come la chiave per progredire nel negoziato in vista di un accordo per porre fine alla guerra in Afghanistan. Per i talebani si tratterebbe dell’apertura della prima sede pubblica riconosciuta che avrebbe rapporti ufficiali con l’occidente. Secondo quanto riporta il Guardian in seguito all’avvio dei negoziati, gli Stati Uniti sarebbero anche disposti a liberare alcuni dei capi talebani prigionieri a Guantanamo.
La posizione di Hamid Karzai
Il presidente afgano Hamid Karzai, all’inizio di dicembre aveva ritirato il proprio ambasciatore dal Qatar, come segno di protesta contro l’idea che le trattative potessero avvenire altrove rispetto all’Afghanistan. Oggi, in un comunicato ufficiale, Karzai ha invece fatto sapere che l’Afghanistan accetta i negoziati fra i talebani e gli Stati Uniti: «Avere un indirizzo esatto per l’opposizione è un passo concreto verso l’avvio dei negoziati». Negoziati che possono «salvare il Paese da guerra, cospirazioni, uccisione di persone innocenti, e portare la pace».
Perché il Qatar?
Nel corso dell’ultimo anno, i rappresentanti degli Stati Uniti e i talebani si sarebbero incontrati segretamente diverse volte in Europa e nel Golfo Persico, anche per stabilire la possibile posizione di una sede per le trattative. Il Qatar sarebbe ora il Paese più indicato perché ha coltivato buone relazioni sia con il mondo islamico che con quello occidentale.
Lo Stato del Qatar è un emirato che si trova su una piccola penisola che confina a sud con l’Arabia Saudita ed è per il resto circondato dal golfo Persico. Si tratta di uno dei paesi più ricchi del mondo, con il Pil pro capite più alto, grazie al petrolio (con riserve per 25 miliardi di barili) e al gas (con una poduzione di 77 milioni di tonnellate all’anno, un quarto dei consumi europei).
Il Qatar, dove tra l’altro si trova la sede di Al Jazeera, è anche l’emirato che ha assunto un ruolo sempre più importante grazie alla Primavera araba, sostenendo da subito i ribelli di Libia ed Egitto e quindi gli emergenti partiti islamici. Gli Stati Uniti in Qatar hanno la base militare più grande di tutta l’area e Doha è diventata per loro, in questi anni, un interlocutore in grado di dialogare con gli islamici radicali di Hamas ed Hezbollah, e con i moderati di Ennahda (in Tunisia) e di Libertà e Giustizia (in Egitto).