Il 2011 è stato l’anno in cui sono morti Muammar Gheddafi, caduto con il suo regime in Libia, e il dittatore nordcoreano Kim Jong-Il. È stato l’anno dell’uccisione dell’uomo forse più ricercato di tutto i tempi, Osama bin Laden, e della morte del santone più conosciuto, Sathya Sai Baba. È stato l’anno della morte di grandi attori come Peter Falk e Liz Taylor, di sportivi del passato come Sócrates e Joe Frazier. L’anno in cui sono morti Steve Jobs e Clarence Clemons. L’anno in cui abbiamo perso pittori, poeti, scrittori, e prima del tempo musicisti e sportivi come Amy Winehouse e Marco Simoncelli, che davvero non dovevano. Sono morti giornalisti e politici che hanno raccontato e fatto il nostro tempo e quello che c’era prima, da Giorgio Bocca a Giuseppe D’Avanzo. Se ne sono andati in tanti, mentre restiamo noi, consapevoli che tra un mese, tra un anno, non ci ricorderemo più di molti di loro, ma forse di ciò che ci hanno lasciato.