Il Canada e Kyoto
Perché il paese ha annunciato il ritiro dal protocollo internazionale contro il riscaldamento globale sottoscritto nel 1997
Il Canada ha annunciato ufficialmente che si ritirerà dal protocollo di Kyoto, il trattato internazionale contro il riscaldamento globale sottoscritto nel 1997 nell’omonima città giapponese da più di 160 paesi. Il ministro dell’Ambiente Peter Kent ha confermato la notizia a poche ore dal rientro dalla conferenza sul clima organizzata dall’ONU a Durban. «Il protocollo di Kyoto non è stato firmato da Stati Uniti e Cina, i due più grandi produttori globali di anidride carbonica, e quindi è destinato a fallire. È ormai chiaro che non è questa la strada da seguire per combattere il riscaldamento globale, semmai è un ostacolo».
Il ministro Kent ha aggiunto che la decisione di ritirarsi dal protocollo consentirà al paese di risparmiare 14 miliardi di dollari, che altrimenti avrebbe dovuto pagare per non avere raggiunto gli obiettivi di riduzione di emissioni sottoscritti in passato. Il Canada si era impegnato a ridurre le sue emissioni del 6 per cento entro il 2012, ma secondo le stime più recenti sarebbero tuttora più alte del 30 per cento rispetto a quella soglia. Il governo del premier Harper ha già annunciato tre nuovi programmi per la riduzione delle emissioni, che dovrebbero portare a una riduzione del 17 per cento dei livelli del 2005 entro il 2020.
L’11 dicembre i delegati riuniti a Durban per la 17esima Conferenza mondiale sul clima organizzata dall’Onu (COP17) hanno raggiunto un accordo che prevede il rinnovo del protocollo di Kyoto per altri cinque anni. La Conferenza ha mostrato le spaccature già viste in passato, con i paesi emergenti (Sudafrica, Brasile, India e Cina) che rimproverano ai paesi industrializzati duecento anni di inquinamento, per i quali non vogliono essere loro a pagare le conseguenze, e con Russia, Canada e Giappone che non hanno accettato il piano proposto.
Il direttore del Queen’s Institute for Energy and Environmental Policy, Warren Mabee, ha scritto sul Globe and Mail che il Canada ha bisogno con urgenza di una nuova politica energetica. «Molti canadesi saranno d’accordo nel dire che Harper ha fatto bene a tirarci fuori dal protocollo, ma ora che cosa succederà? C’è ancora bisogno di sviluppare un piano, che dovrebbe puntare soprattutto sulle energie rinnovabili e la promozione di uno stile di vita ecologicamente sostenibile».