Paura di Wikileaks
Cresce ancora la concitazione nell'attesa dei nuovi documenti, di cui però non si sa quasi niente
A quanto pare il sito del settimanale tedesco Spiegel ha cominciato a pubblicare ieri sera la propria inchiesta sui nuovi documenti diffusi da Wikileaks, ma per errore: la pubblicazione in tutto il mondo è attesa per stasera, anche se non c’è nessuna comunicazione “ufficiale” e concreta in merito.
Intanto cresce l’allarme e la concitazione soprattutto negli Stati Uniti, mentre negli altri paesi per ora si assiste sui media soprattutto a un eccitato spaesamento da possibile coinvolgimento locale. Una lettera del consigliere legale del Dipartimento di Stato americano, Hongju Koh, ha chiesto ieri a Julian Assange e ai quotidiani che si presumono coinvolti nella prossima pubblicazione di fermarsi. Ci sarebbero violazioni della legge con “gravi conseguenze” e “innumerevoli vite umane messe a rischio”.
Nei giorni scorsi gli Stati Uniti avevano preavvertito molti governi stranieri e le proprie ambasciate di possibili diffusioni di materiale riservato sensibile, e si suppone che molto di questo possa riguardare appunto i rapporti del governo americano con i propri corpi diplomatici in giro per il mondo. I giornali coinvolti nell’accesso ai documenti dovrebbero essere ancora il New York Times, il Guardian, lo Spiegel, le Monde e il Pais, mentre la CNN dice di avere di nuovo rifiutato le condizioni imposte da Wikileaks. Stamattina la Stampa pubblica una ricostruzione delle reazioni americane all’elezione di papa Ratzinger, ma che non sembra avere a che fare con i documenti di Wikileaks.
– L’intervista di Luca Sofri a Julian Assange
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