Ah, Le Monde…
Il 28 giugno si decidono le sorti del quotidiano francese, e chi sarà il suo prossimo proprietario: Sarkozy vuole dire la sua
di Gian Paolo Accardo
Chi sarà il nuovo padrone di Le Monde? I lettori del quotidiano di boulevard Blanqui dovranno aspettare ancora un paio di settimane per conoscere il finale di un dramma che dura ormai da anni. Oberato dai debiti contratti durante un folle decennio di acquisizioni a tutto spiano, il gruppo Le Monde, che comprende anche altri titoli come Télérama e Courrier international e una tipografia, è infatti alla ricerca di un nuovo azionista di maggioranza che lo rimetta in sesto e che sia pronto a mettere tra gli 80 e i 120 milioni di euro nella società entro la fine del mese, pena l’insolvenza.
Ieri pomeriggio il consiglio di amministrazione ha deciso di rinviare al 21 giugno il termine per presentare le offerte d’acquisto. Al momento sono rimaste in lizza due proposte concorrenti: una è quella della cordata composta dall’ex patron della moda francese ed ex compagno di Yves Saint-Laurent, il mecenate Pierre Bergé, dal direttore generale della banca Lazard e proprietario del settimanale Les Inrockuptibles Matthieu Pigasse e dal fondatore dell’internet provider Free, Xavier Niel. L’altra è portata avanti dal gruppo SFA dell’industriale Claude Perdriel, che controlla anche il settimanale Nouvel Observateur.
Vicini alla sinistre e soprannominati “il Trio”, i primi sono visti con favore dalla direzione del quotidiano e dalla maggioranza del personale, che dispone di una “minoranza di blocco”. Nel nuovo assetto societario dovrebbe perderla, a favore del nuovo editore. E, al momento, i giornalisti ritengono che solo “il Trio” abbia fornito garanzie credibili circa l’indipendenza della redazione e dal punto di vista finanziario: 120 milioni di euro e subito. Molto meno convincente per la redazione appare l’offerta di Perdriel, che non ha precisato l’ammontare della somma che è disposto a mettere né chi siano gli altri componenti della sua cordata. Da giorni si parla di France Télécom/Orange, ma il suo AD, Stéphane Richard, è considerato troppo vicino a Nicolas Sarkozy. E proprio l’intervento del presidente della Repubblica in persona questo fine settimana – ha convocato il direttore di Le Monde Eric Fottorino all’Eliseo per esprimergli la sua ostilità al “Trio” e la sua preferenza per Perdriel – in vista delle presidenziali del 2012 fa pesare la bilancia a favore di Bergé e soci.
Nei mesi scorsi altri potenziali acquirenti si erano portati avanti: il gruppo spagnolo Prisa, che controlla tra l’altro il quotidiano El País, il gruppo l’Espresso-Repubblica di Carlo De Bendetti e il gigante dei media svizzero Ringier. Tutti e tre hanno però gettato la spugna. Impegnato in una vasta ristrutturazione che dovrebbe concludersi a settembre, Prisa non è riuscita a ottenere un rinvio per l’autunno della cessione; De Benedetti, che pure aveva destato più di una speranza, non se l’è sentita visti i tempi imposti da Le Monde, così come Ringier.
Secondo il calendario stabilito il 14 giugno, le offerte di ricapitalizzazione saranno esaminate dai rappresentanti del personale di Le Monde il 25 giugno e il 28, il consiglio di amministrazione voterà quella prescelta. Comunque decida, una cosa è sicura: il “giornale di giornalisti”, nel quale i redattori avevano l’ultima parola per tutto ciò che riguardava la vita della testata, è finito.