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  • Sabato 5 giugno 2010

Israele ha bloccato un’altra nave verso Gaza

La Rachel Corrie è stata abbordata dall'esercito e ora è scortata verso il porto di Ashdod

Aggiornamento delle 12:16 – Nonostante l’operazione si sia svolta pacificamente, gli attivisti del movimento Free Gaza contestano la condotta dell’esercito israeliano e la scelta di compiere l’abbordaggio in acque internazionali.

12:08 – IDF ha diffuso un comunicato ufficiale sulle operazioni condotte al largo di Gaza per far cambiare rotta alla Rachel Corrie. Passeggeri ed equipaggio saranno posti sotto custodia una volta nel porto di Ashdod.

11:55 – L’esercito israeliano ha diffuso su YouTube un altro filmato per documentare i contatti delle ultime ore con la Rachel Corrie. Gli ufficiali israeliani hanno messo ripetutamente in guardia la nave sull’impossibilità di forzare l’embargo. Sono stati trasmessi quattro avvertimenti, ma fino all’ultimo il personale della Corrie ha cercato di portare a termine l’iniziativa raggiungendo Gaza.

11:43 – Anche l’esercito israeliano (IDF) conferma su Twitter di aver preso controllo della nave: «L’equipaggio della Corrie ha consentito ai soldati dell’IDF di salire a bordo». E ancora: «I soldati dell’IDF sono saliti a bordo della Rachel Corrie via mare, non sono stati utilizzati elicotteri» e «La Rachel Corrie sarà portata al porto di Ashdod dove i materiali saranno ispezionati e successivamente trasferiti a Gaza via terra».

11:36 – I soldati israeliani salgono a bordo della nave, conferma Haaretz. L’operazione sarebbe stata condotta pacificamente e ora la Rachel Corrie sarebbe avviata verso il porto di Ashdod.

11:23 – L’esercito israeliano ha rilasciato un breve filmato che documenta uno dei tentativi di contatto con la Rachel Corrie diretta verso Gaza.

11:03 – Il movimento Free Gaza ha da poco pubblicato su Twitter questo messaggio: «La Rachel Corrie è stata presa con la forza dalla marina israeliana ed è ora rimorchiata verso Ashdod. A bordo non ci sono feriti». La notizia non trova al momento alcuna conferma ufficiale. Israele nega di aver condotto un abbordaggio, la nave intanto è ormai visibile dalla costa.

10:47 – Il personale a bordo della Rachel Corrie non ha risposto a un quarto avvertimento inviato dalle autorità israeliane.

10:38 – Le autorità israeliane confermano alle agenzie di stampa che l’embargo non potrà essere violato dalla Corrie. L’esercitò “dovrà bloccare” l’imbarcazione se continuerà il proprio viaggio verso la striscia di Gaza. L’imbarcazione si trova a circa 45 km da Gaza, il blocco viene effettuato a circa 30 km dalla costa.

10:32 – A bordo della Corrie c’è anche il premio Nobel per la pace Mairead Maguire: «Non abbiamo intenzione di fare marcia indietro. Siamo pronti per andare dritti fino a Gaza. Resteremo nelle acque internazionali. Se Israele si rifiuterà di farci passare e insisterà nel voler abbordare la nostra imbarcazione, allora faremo un sit-in da attivisti non violenti. Saremo molto pacifici. Non opporremo resistenza alla marina israeliana se verrà a bordo, se ci arresterà e ci porterà via con la forza [verso il porto della città di] Ashdod, ma non torniamo indietro. Continuiamo per la nostra strada».

10:23 – Il primo ministro turco, Tayyip Erdogan, molto critico nei confronti della reazione degli scorsi giorni da parte di Israele per bloccare la flotilla, non ha escluso la possibilità di recarsi di persona a Gaza per cercare di porre fine all’embargo. L’affermazione è contenuta in una intervista concessa al giornale libanese Al-Mustaqbal.

10:18 – Le comunicazioni con l’imbarcazione diretta verso Gaza iniziano a farsi difficoltose. BBC conferma di essere rimasta a lungo in contatto con alcuni degli attivisti a bordo, ma da diversi minuti i canali di comunicazione sono saltati.

10:08 – La Rachel Corrie si trova ormai a pochi chilometri dall’area controllata da Israele per impedire l’avvicinamento a Gaza. Le autorità israeliane confermano la volontà di fermare l’imbarcazione e hanno già lanciato tre avvertimenti, senza ricevere risposta, segnalano Al JazeeraReuters.

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A pochi giorni di distanza dagli scontri in mare tra marina israeliana e convoglio diretto a Gaza, costati la vita a nove persone, nelle acque internazionali al largo della Striscia una nuova imbarcazione sta cercando di forzare l’embargo imposto da Israele. I responsabili della MV Rachel Corrie non hanno rispettato la richiesta delle autorità israeliane di compiere una deviazione della rotta per dirigersi verso la città costiera di Ashdod. La nave è dunque sorvegliata a vista dalle imbarcazioni dell’esercito di Israele, ma al momento i soldati non sono ancora intervenuti salendo sul battello come era avvenuto nei giorni scorsi per la Mavi Marmara.

Stando alle informazioni raccolte dai corrispondenti della BBC, la situazione è al momento molto incerta. Le autorità continuano a richiedere la modifica della rotta verso Ashdod, ma non si sono mosse verso la MV Rachel Corrie, che sembra si trovi al momento in acque internazionali a circa 56 chilometri dalla costa.

La responsabile del Free Gaza Movement a Cipro, Mary Hughes Thompson, ha confermato alla BBC che le navi israeliane tengono traccia dei movimenti della loro barca ma che non hanno effettuato alcun contatto. Le persone a bordo sono “abbastanza ottimiste” e confidano di poter raggiungere Gaza. Gli attivisti avevano in precedenza dichiarato che non avrebbero opposto alcuna resistenza agli eventuali tentativi israeliani di fermare la nave. La Rachel Corrie porta il nome di una studentessa statunitense che rimase uccisa da una ruspa dell’esercito israeliano durante una protesta contro la demolizione di alcune abitazioni a Gaza nel 2003.

Intenzionate a mantenere la fermezza, ma anche a evitare gli errori delle precedenti operazioni in mare condannate dalla comunità internazionale, le autorità di Israele si sono dette disponibili a consegnare gli aiuti trasportati dalla nave. L’offerta prevede l’attracco della Rachel Corrie nel porto di Ashdod, la perquisizione della stessa alla ricerca di eventuali oggetti vietati o pericolosi e la successiva consegna del materiale a Gaza. Se la richiesta di far rotta verso Ashdod non sarà rispettata, conferma un portavoce dell’esercito, i soldati potrebbero ricevere l’ordine di salire a bordo della Rachel Corrie.

Inizialmente, l’imbarcazione avrebbe dovuto far parte della flotilla, ma a causa di alcuni ritardi ha potuto intraprendere il proprio viaggio verso la striscia di Gaza solamente nel corso delle ultime ore. A bordo della nave ci sono venti persone, cinque di origini irlandesi, sei dalla Malesia e nove membri dell’equipaggio. Tra i passeggeri c’è anche il premio Nobel per la pace Mairead Maguire, impegnata per anni nel processo di pacificazione del conflitto nordirlandese.