Israele, la tensione arriva alla Knesset
Si sfiora la rissa quando la parlamentare Hanin Zuabi, che era sulle navi di aiuti umanitari, cerca di parlare
Come mai successo prima, ieri alla Knesset — il parlamento isrealiano — è scoppiato un litigio feroce che ha portato all’espulsione di undici parlamentari e alla preoccupazione di tutta la stampa del paese. La scintilla è partita da Hanin Zuabi, parlamentare araba del partito di minoranza Balad, salita sul podio per raccontare la sua esperienza a bordo della Freedom Flottila, la spedizione di aiuti umanitari fermata con la forza dall’esercito isrealiano, nello scontro che ha portato almeno nove morti.
La Zuabi si è dichiarata contraria all’embargo di Gaza, definendolo “un assedio illegale, inumano e illegittimo a cui ogni politico che abbia un pensiero morale dovrebbe opporsi”. La parlamentare ha continuato, spiegando la propria partecipazione alla missione della Flotilla come un “imperativo politico, umano e morale, in opposizione all’imprigionamento di un milione e mezzo di persone”.
Le proteste della maggioranza della Knesset sono partite ancora prima che la Zuabi iniziasse a parlare, e la situazione è peggiorata in fretta, portando i parlamentari vicini a una vera e propria rissa, un evento mai accaduto nel parlamento israeliano. Anastasia Michaeli (dello Yisrael Beytenu, il terzo partito israeliano) ha cercato di prenderle il microfono per fermarla, Miri Regev (dei Likud, il partito di cui è leader Benjamin Netanyahu) le ha urlato “traditrice”, dicendole di andarsene a Gaza. In pochissimi a difenderla.
Duro e netto il commento del giornalista Yossi Sarid su Haaretz, il più equilibrato e liberal dei giornali israeliani:
Ora che circa dieci membri della Knesset sono stati espulsi dall’assemblea di mercoledì — un numero insolitamente alto — non abbiamo altra scelta che considerare l’espulsione di tutti i 120 parlamentari e lo scioglimento del parlamento. Questa sottospecie di Knesset non deve avere altro obiettivo che portare a nuove elezioni, così che un nuovo parlamento possa essere costituito. Questo solo a condizione che la gente, per cambiare le cose, riesca a ragionare abbastanza per gettar fuori dal parlamento certa gentaglia. Cosa che, a esseri sinceri, ha poche probabilità di succedere.
Haaretz ne ha per tutti, e critica sia i parlamentari che hanno cercato di fermare il discorso sia la Zuabi, che secondo il giornale si sarebbe imbarcata sulla Flotilla con lo scopo di guadagnare i riflettori.
Se solo si accorgessero di quanto siano tutti uguali. Se solo avessero più coscienza di se stessi ci avrebbero risparmiato quelle immagini. Io sono per i parlamentari che non fischiano e non sputano, per quelli che non stracciano i documenti sul podio. Sono per tutti quei parlamentari il cui megafono sia la loro capacità di parlare con eloquenza e convinzione.
Non pensate nemmeno per un momento che le invettive di entrambe le parti nascano da rabbia genuina. Era tutto pianificato e calcolato, per raggiungere l’adorazione del pubblico, dell’elettorato.
Il Jerusalem Post riferisce che domenica verrà discussa una legge, proposta da diversi parlamentari, per permettere l’espulsione dal parlamento di chiunque sia contro lo Stato di Israele. E che, poco prima della seduta, il vicepresidente della Camera Carml Shama ha presentato una richiesta alla Commissione Centrale per le Elezioni per vietare a Hanin Zuabi di ricandidarsi alle prossime elezioni parlamentari.