Petrolio, “Top kill” ha fallito
La BP ha bloccato le operazioni: anche l'ultimo tentativo non è riuscito a fermare la perdita di petrolio
Sembrava stesse tutto andando per il verso giusto, la perdita era stata momentaneamente fermata, ma alla fine anche l’ultimo tentativo di arginare la falla di petrolio nel Golfo del Messico ha fallito. La BP — la società britannica che gestiva la petroliera affondata, e ora in carico di risolvere il problema — ha da poco fermato l’operazione chiamata “top kill”, che attraverso il pompaggio nella falla di fango di perforazione avrebbe dovuto fermare la perdita e permettere la cementazione della falla. Come riporta il New York Times, i motivi dell’insuccesso non sono ancora chiari.
“È qualcosa che spaventa tutti: finora non siamo riusciti a fermare la perdita. La gente vuole sapere quale tecnica funzionerà, ma noi non lo sappiamo”, ha dichiarato Doug Suttles della BP, il direttore delle operazioni al largo delle coste della Louisiana.
A questo punto, in accordo con le autorità governative la società britannica ha deciso di procedere con un nuovo tentativo, che prevede però un passo indietro: tentare di fermare la perdita piuttosto che puntare direttamente alla chiusura della falla. La prossima operazione in programma proverà infatti a raccogliere e contere il petrolio che sta fuoriuscendo nell’oceano, diminuendone la quantità tramite una struttura di contenimento simile a quella che era stata usata in uno dei primi tentativi, con in più l’esperienza aquisita da quel fallimento. Ma, com’è ovvio, anche in questo caso la BP non assicura alcun successo.