Abbiamo capito il finale di Lost
La spiegazione for dummies - più o meno - dell'ultimo capitolo della serie
di Francesco Costa
Ok, “capito” è una parola grossa. Però ci proviamo: se è vero che il fascino di Lost ha molto a che fare col mistero e col non detto, è vero anche che questo finale è molto meno aperto di quanto possa sembrare. E che molte delle cose che sembrano non tornare in realtà in qualche modo tornano, mettendo insieme un po’ di pezzi. Cominciamo.
Siamo sull’isola, in un tempo presente che identifichiamo nell’anno 2007. Jack, Kate e Hugo si dirigono verso il posto più importante dell’isola – d’ora in poi, la Luce – mentre Sawyer raggiunge il pozzo dove il finto Locke – d’ora in poi, Smokey – ha gettato Desmond. Sawyer trova sul posto Smokey e Ben, e dal loro dialogo abbiamo la conferma definitiva che Smokey ha bisogno di distruggere l’isola per andarsene, per essere libero. D’altra parte Jacob lo aveva spiegato in uno degli episodi precedenti: l’isola è un tappo, impedisce al male di diffondersi nel mondo.
Impedisce al male di diffondersi nel mondo? Ma non c’è già un sacco di male, nel mondo? Sì. Probabilmente per male non si intende semplicemente morte e malvagità e corruzione dell’animo umano, bensì proprio la distruzione fisica del mondo. Jacob ne parla in questi termini: la fine, la fine di tutto, la morte di tutti. E quando Desmond toglie il tappo dalla Luce, l’isola inizia effettivamente a sbriciolarsi. Probabilmente il mondo avrebbe fatto la stessa fine di lì a poco, se Jack non avesse rimesso il tappo. Questo ci porta a un’altra domanda non da poco: cos’è l’isola? Quello che sappiamo è che un posto che contiene una gigantesca energia – quella che la Dharma era venuta a studiare, cercando di controllarla con cose tipo la stazione del Cigno – e che comunque fin dall’alba dei tempi gli uomini cercano di possedere (questo ci dice la statua col piedone: che l’isola ha una storia più che millenaria). Che quell’energia è talmente preziosa che deve essere sorvegliata e protetta da alcune persone speciali, e che è possibile tramandare questo ruolo. Per il momento chiudiamo qui la parentesi, ne riparliamo più avanti.
La conferma che Smokey deve distruggere l’isola, per lasciarla, ci dice anche un’altra cosa: che non ha mai pensato di andarsene in aereo. E che l’aereo è sempre stato per lui un’esca per attirare i naufraghi, guadagnare la loro fiducia, utilizzarli per raggiungere i suoi scopi e tenerli lontani da Jacob. Sawyer raggiunge Jack e il gruppo decide di dirigersi alla Luce, dove sono certi staranno arrivando anche Smokey e Ben. Intanto scopriamo che Desmond è stato salvato da Rose e Bernard. Arriva Smokey e ottiene che Desmond lo segua. Dall’altra parte dell’isola, Miles trova Richard, che era stato colpito dal fumo nero nell’episodio precedente: e scopriamo che da quel momento Richard ricomincia a invecchiare. Prendono una barca per andare a distruggere l’aereo – pensano sia necessario per impedire a Smokey di lasciare l’isola – e in mare trovano Lapidus, sopravvissuto all’esplosione del sottomarino. Decidono di usare l’aereo per andare via.
Procedendo verso la Luce, il gruppo di Jack e quello di Smokey si confrontano. I due si affrontano a muso duro e promettono di uccidersi a vicenda. Jack non ha un’idea precisa di come fare, e si affida a Desmond. Il piano di Smokey non è molto diverso: tirare giù Desmond e vedere che succede. In realtà, scopriremo poi, hanno ragione entrambi. Prima di essere calato giù per la Luce, però, Desmond dice a Jack che niente di tutto quello importa, perché esiste un’altra realtà – parla dei flash sideways, ci arriviamo – ed è una realtà migliore di quella in cui stanno vivendo. Jack risponde a Desmond che non è vero, che tutto quello che sta accadendo importa eccome.
Veniamo ai sideways. Prima cosa fondamentale da capire, per comprendere tutto il resto: non è una realtà alternativa. Non è una realtà alternativa. Non è nemmeno paragonabile ai flashback e ai flashforward delle precedenti stagioni: quelli narravano cose successe sul serio, reali, queste no. È inutile lambiccarsi con tesi tipo “erano tutti morti fin dall’inizio” o “niente è accaduto per davvero”, perché questa è paradossalmente una delle poche cose a cui viene data una risposta chiara e univoca. Lo dice Christian Shephard, nell’ultima scena. Tutto quello che è successo sull’isola è vero e reale, “il periodo più importante della tua vita”. Quello che è successo nei sideways, invece, non è mai successo per davvero. Il mondo dei sideways è un mondo che non ha una precisa collocazione nello spazio e nel tempo: è un posto che i naufraghi hanno creato per avere modo di ritrovarsi una volta morti – a prescidere dal quando sono morti – così da poter passare insieme alla fase successiva, che poi sarebbe la vita dopo la morte. Quindi sì, un limbo. Si spiega così, per esempio, l’assenza di Michael nella chiesa, che sappiamo essere imprigionato sull’isola a causa delle sue colpe. O quella di Mr. Eko, che prima di morire sull’isola raggiunge la pace interiore: non ha bisogno di passare dal purgatorio. Questo spiega anche le tante incongruenze temporali dei sideways: nel giro di mezza giornata Locke chiede a Jack di essere operato, Jack lo opera e Locke riesce a camminare. Altra questione, sui sideways: qual è il criterio che sta dietro le nuove vite dei personaggi? Perché alcuni sono felici e altri no? Nei sideways ogni persona ha creato per sé una realtà basata sul problema cronico della sua vita reale: Jack aveva problemi con suo padre, e nei sideways tutto è incentrato sul rapporto con suo figlio; Sawyer passa la vita a cercare il vero Sawyer, il truffatore, e nei sideways è un detective che dà la caccia ai truffatori; Sayid non pensa di meritare l’amore di Nadia, e nei sideways di fatto vi rinuncia; Kate e Claire girano intorno al tema della maternità; Ben ha una paternità irrisolta con Alex sia nella realtà che nei sideways; Charlie cerca qualcosa di “vero” in una vita “finta” come quella di una star… Tutti hanno mantenuto un legame con la loro vita reale, e solo quando se ne rendono conto – grazie a Desmond, che di fatto è la loro costante – raggiungono la pace, comprendono il senso delle loro esistenze e sono pronti per passare – “let go, move on” – alla fase successiva, la vita dopo la morte.
Torniamo sull’isola. Jack e Smokey calano Desmond nella Luce. Desmond arriva in una sorgente e urla come quando Widmore lo espone alle onde elettromagnetiche, mostrando perché solo lui poteva resistere e calarsi laggiù. Desmond rimuove una sorta di tappo dalla sorgente: l’acqua si asciuga, la luce si spegne, l’isola inizia a distruggersi. Smokey dice a Jack che aveva ragione lui, ma quando Jack gli dà un pugno Smokey perde sangue e si riscopre mortale. Cos’è successo? Diciamo che entrambi avevano ragione a metà. Desmond ha interrotto la Luce, e così facendo ha dato inizio alla distruzione dell’isola e probabilmente del mondo. Una distruzione totale alla quale nemmeno Smokey sarebbe sopravvissuto: cosa che forse non sapeva nemmeno lui. La vittoria del male è la distruzione di tutto, e non passa per la sopravvivenza di alcuna entità, sia pure maligna.
Jack e Smokey iniziano a picchiarsi, Jack viene ferito mortalmente al fianco ma mentre Smokey sta per dargli il colpo di grazia Kate lo uccide, sparandogli. Jack capisce che deve andare nella Luce per rimettere tutto a posto, Ben e Hugo vanno con lui (anche loro, come Jack solo una puntata prima, capiscono che è loro destino restare sull’isola), Sawyer e Kate raggiungono Lapidus, Miles e Richard all’aereo, e sulla strada portano con loro pure Claire.
Jack ritorna alla Luce, convince Hugo a diventare il nuovo protettore dell’isola e si cala giù nella sorgente. Rimette a posto il tappo e, quindi, ferma la distruzione dell’isola e del mondo. L’acqua lo riporterà poi in superficie. Intanto Hurley, nel suo nuovo ruolo di protettore dell’isola, decide di aiutare Desmond a tornare a casa e chiede a Ben di fare da suo braccio destro: Ben accetta, coronando così l’aspirazione di una vita (ricorderete tutti le frustrazioni di Ben nel suo rapporto con Jacob). Jack intanto non è ancora morto, si risveglia e camminando si trascina nel posto in cui si risvegliò subito dopo l’incidente aereo, nel primo episodio della serie. Qui è tutta una grande citazione: Jack crolla per terra, la telecamera indugia sulla scarpa di suo padre, Vincent arriva a leccargli la faccia, Jack fa in tempo a vedere partire l’aereo dei suoi amici e muore, chiudendo gli occhi in una sequenza che si richiama direttamente alla prima scena della serie, e al suo occhio che si apre.
Torniamo ai sideways e alla famigerata ultima scena della serie. Desmond continua a risvegliare i suoi amici, e li raduna tutti nello stesso posto approfittando di un concerto. Volta per volta questi si riconoscono, ritornano a essere consapevoli di quello che hanno vissuto insieme e diventano quindi pronti per passare alla fase successiva. Man mano che si risvegliano, i naufraghi si dirigono verso una chiesa. Fuori dalla chiesa Locke incontra Ben e lo perdona per averlo ucciso. Poi arriva Hurley, che si congratula con Ben per essere stato un ottimo numero due; Ben ricambia, dicendo a Hugo che è stato un gran numero uno. L’ultimo a svegliarsi è Jack, toccando la bara dentro la quale pensa di trovare il cadavere di suo padre. Invece suo padre è dietro di lui e gli spiega quanto abbiamo già detto sopra: che loro sono tutti morti, prima o poi (Hurley, per esempio, potrebbe anche essere morto mille anni dopo il naufragio) e che quel posto, i sideways, non ha una precisa collocazione spazio-temporale. Jack e suo padre entrano in chiesa, tutti si abbracciano con tutti, grandi lacrimoni, e tutti pronti a passare alla fase successiva.
Qui finisce Lost. Alcuni hanno speculato sul fatto che la sequenza dei titoli di coda – i rottami dell’Oceanic 815 su un’isola disabitata – indicherebbe un finale a sorpresa, tipo “erano tutti morti fin dall’inizio”. Non bastassero le esplicite dichiarazioni fatte dai personaggi a dimostrare che non è così, si sappia che quella sequenza non è stata scritta dagli sceneggiatori di Lost, bensì inserita dalla ABC per fare da “transizione morbida” dalla fine della puntata al telegiornale che sarebbe andato in onda di lì a poco. ABC lo ha detto ufficialmente: quella sequenza non fa parte della puntata. La puntata, la stagione e la serie finiscono con la grande scritta Lost. Il resto – solo il resto! – è storia.
Per chi non ne ha avuto abbastanza, invece: i dodici minuti inediti del finale di Lost.